L'organizzazione fondamentalista ha fatto cadere la pregiudiziale di uno stop dei combattimenti come anticipo delle trattative
Hamas vorrebbe "garanzie scritte" da parte dei mediatori che Israele continuerà a negoziare un accordo di cessate il fuoco permanente una volta che la prima fase della tregua temporanea entri in vigore.
Lo hanno detto, riferite dalle agenzie internazionali, fonti egiziane e della fazione islamica secondo cui Hamas avrebbe lasciato la sua pregiudiziale iniziale di un cessate il fuoco permanente da parte di Israele come anticipo delle trattative. Per ora le garanzie - secondo le stesse fonti - sarebbero solo verbali mentre la fazione le vuole nero su bianco.
Intanto, come ogni sabato da settimane, anche stasera in Israele sono previste manifestazioni per il rilascio degli ostaggi. La maggiore come sempre sarà a Tel Aviv, dove gli organizzatori hanno chiamato in piazza i cittadini per sostenere l'accordo che si starebbe profilando con Hamas per una tregua a Gaza e il rilascio dei rapiti. "Portare avanti l'accordo - hanno sostenuto in una nota - è un dovere morale, il più urgente e importante in questo momento, e dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per evitare che questa opportunità cruciale sia ostacolata".
Intanto un gruppo di famiglie degli ostaggi si è raccolta fuori il ministero della Difesa a Tel Aviv (l'unico dicastero che non si trova a Gerusalemme) per spingere affinché il governo accetti l'intesa. "Per la prima volta in tanti lunghi mesi - ha detto Einav Zangauker, il cui figlio Matan è tra i rapiti del 7 ottobre - siamo speranzosi". Poi, riferendosi al premier Benyamin Netanyahu, ha detto che questa "è un'occasione che non può essere mancata".