Unione europea

Bce pronta alla retromarcia sui tassi

Per ora restano invariati, ma il taglio è possibile già da giugno. Intanto l'inflazione nell'eurozona scende

La sede della Bce a Francoforte
(Keystone)
7 marzo 2024
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I tassi restano ancora fermi sui livelli record ma l'attesa per il primo taglio è tecnicamente finita con la Banca centrale europea che lancia il conto alla rovescia per giugno. Sebbene l'atteggiamento resti prudente, e il Consiglio direttivo non abbia ancora parlato esplicitamente di tagli, la presidente Christine Lagarde delinea un orizzonte temporale più chiaro: nei prossimi mesi, e soprattutto a giugno, arriveranno tutti i dati necessari a confermare che l'inflazione sta calando più rapidamente delle aspettative, e raggiungerà il target del 2% già nel 2025 e non più nel 2026. Non è ancora un via libera all'inversione di rotta ma è l'indicazione che, salvo sorprese, la Bce potrà innestare la retromarcia prima dell'estate: gli analisti prevedono un taglio di 25 punti base, giusto in tempo per risollevare la crescita europea che la stessa Bce ha dovuto rivedere al ribasso.

Le cifre

La quarta pausa nel ciclo di dieci rialzi consecutivi cominciato a luglio 2022 lascia il tasso sui rifinanziamenti principali fermo al 4,50%, quello sui depositi al 4%, e quello sui prestiti marginali al 4,75%. Gli effetti della stretta più rapida della storia sono talmente evidenti che lo staff della Banca centrale ha dovuto tagliare ancora una volta le stime sul Pil dell'Eurozona: a dicembre prevedeva per quest'anno una crescita a +0,8%, ora è calata a 0,6%. "L'attività economica resta debole, i consumatori continuano a non spendere, gli investimenti restano moderati e le aziende esportano meno, ma i sondaggi indicano una ripresa graduale grazie all'inflazione in calo e agli stipendi che continuano a crescere", ha spiegato Lagarde. Sono proprio le nuove stime sull'andamento dei prezzi a rischiarare l'orizzonte da qui all'estate.


Keystone
Christine Lagarde

L'inflazione calerà al 2,3% nel 2024 (invece del 2,7% previsto a dicembre), al 2% nel 2025 (da 2,1%) e sarà all'1,9% nel 2026. "Siamo nel mezzo del processo di disinflazione, facciamo buoni progressi e siamo più fiduciosi ma non siamo ancora sufficientemente sicuri" del ritorno all'obiettivo, ha detto la presidente. Servono più dati che arriveranno nei prossimi mesi, in particolare quelli sui salari, per capire se gli aumenti si stanno fermando, sui profitti delle imprese, per vedere se hanno assorbito gli aumenti salariali, e sull'inflazione nei servizi che resta ancora molto alta, intorno al 4%. "Ne sapremo di più ad aprile e molto di più a giugno", ha detto Lagarde, senza confermare né smentire le aspettative dei mercati che ormai da settimane scommettono su un taglio a giugno.

Il futuro

Una prospettiva che spinge le Borse europee e allenta ancora di più la pressione sui titoli di Stato che vedono rendimenti ancora in calo, mentre il prezzo dell'oro sale al nuovo record di 2.156,06 dollari l'oncia. Se per Standard&Poors il taglio dei tassi a giugno è lo scenario più probabile, per Fitch la Bce teme ancora molto le pressioni sui salari. Ma è solo questione di tempo: il Consiglio direttivo non ha ancora discusso dei tagli dei tassi ma ha avviato il confronto sulla "riduzione dell'orientamento restrittivo", ovvero il primo passo verso l'allentamento. Un processo che non si farà influenzare dalle decisioni della Fed, ugualmente in stand by al momento.

"La Bce agirà in maniera indipendente, faremo quello che dobbiamo fare, quando lo dobbiamo fare. Se le condizioni sono soddisfatte e la nostra diagnosi è che la politica monetaria è stata restrittiva abbastanza a lungo, prenderemo la nostra decisione", ha chiarito la presidente. Intanto, si guarda a come cercare il rimbalzo del Pil.