Il summit in moldavia

L’appello di Zelensky: tutta l’Europa nella Nato e nell’Ue

Assente Erdogan, gli altri leader presenti aprono le porte del Patto Atlantico a Kiev

Rishi Sunak e Volodymyr Zelensky
(Keystone)

Tutti i Paesi europei, tutti gli Stati che confinano con la Russia a Occidente, devono entrare nella Nato e nell'Ue. È questa l'unica garanzia di sicurezza oggi necessaria. A poco più di un mese dal summit dell'Alleanza Atlantica Volodymyr Zelensky mette in campo il suo pressing finale. L'Ucraina vuole in qualche modo entrare nella Nato e, a fine anno, punta tutto sul sì di Bruxelles all'apertura dei negoziati per la membership europea.

Il presidente ucraino non ha lasciato nulla al caso: lanciando il suo appello ai 45 leader della Comunità politica europea (Epc) riuniti in Moldavia al Mimi Castle. In un Paese che, come l'Ucraina, ha le truppe russe di fatto all'interno dei propri confini. E, come l'Ucraina, aspira a vedersi sigillato l'ingresso nella grande famiglia europea. Al Mimi Castle, antica tenuta nel villaggio di Bulboaca considerata una leggenda dei vini moldavi a queste latitudine, Zelensky si è presentato di persona, arrivando da Odessa.

Assente Erdogan

Il numero uno di Kiev si è imposto subito come la star di un vertice Epc che consolida il format ideato da Emmanuel Macron nel marzo 2022 facendo di fatto da grande contenitore a scambi, dissidi, accordi informali tra i Paesi europei nella loro accezione più larga. Quella che va dall'Islanda alla Georgia, dalla Gran Bretagna al Kosovo. Unica nota stonata, l'assenza di Recep Tayyp Erdogan: il Sultano, fresco di rielezione, rispetto alla prima edizione stavolta ha detto no. Alzando ancora un po‘ più il muro tra la Turchia e l'Europa, e non solo nella strategia anti-russa.


Keystone
Zelensky con la presidente moldava Maia Sandu

Al Mimi Castle non sono state tutte rose e fiori. Il presidente serbo Alexandr Vucic e la presidente di Pristina Vjosa Osmani, con il Kosovo tornato in fiamme, ad esempio non se ne sono mandate a dire. Eppure, tutti si sono parlati. E tutti, già con la loro presenza, aumentano il fossato che li divide dalla Russia. Zelensky è arrivato a Bulboaca fedele alla sua linea. Kiev necessita e vuole di una coalizione di Paesi per i jet di combattimento, ritiene che solo i Patriot possano assicurare uno scudo aereo vincente. Non c’è tregua, non c‘è cessate il fuoco all'orizzonte. "Vinceremo finché non ci fermeremo", è stata la promessa di Zelensky, maglietta verde militare d'ordinanza.

Il piano di pace?

Ma di piano di pace, al Mimi Castle, si parla. "Siamo nella fase di organizzazione, certamente vogliamo coinvolgere più Paesi possibili", ha spiegato Zelensky rispondendo a chi gli chiedeva se il vertice si terrà davvero a Parigi a inizio luglio. "Una data non c’è", ha frenato il leader di Kiev. Ma una cosa appare certa: il vertice si baserà su un piano elaborato dall'Ucraina e la presenza della Russia, almeno al momento, non è contemplata.

Del resto, ha ricordato Zelensky, Mosca non smette di attaccare. La luce è lontana, il vertice Epc serve innanzitutto a strutturare il soft power anti-russo che vuole allargare l'Ue e portarla un po‘ più a Ovest. Meloni, intervenuta alla sessione plenaria subito dopo Zelensky, non si dice certo contraria. "Questo è un vertice che serve a dire che non esiste un'Europa di seria A e una di serie B.

L'Europa non è un club, è una civiltà", ha sottolineato la premier italiana, tornando ad assicurare che Roma è in prima fila nel sostegno a Kiev. E sull'ingresso nella Nato Meloni ha "parlato di porte aperte", precisando che a trattare l'argomento sarà l'Alleanza riunita a Vilnius.

Zelensky, nel frattempo, incassava l'apertura del britannico Rishi Sunak. Mentre Macron ha assicurato che dalla Nato giungerà "un chiaro sostegno". Il presidente francese, vero e proprio kingmaker’ dell'Epc, continua tuttavia a non chiudere del tutto a Vladimir Putin. "Se serve parlo con tutti", ha spiegato. Ma al momento, per gli Alleati non ci sono argomenti da discutere con Mosca. E l'obiettivo, come ha detto il presidente Sergio Mattarella, è cercare sì una pace ma "giusta, e non ai danni dell'aggredito".

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE