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Il capo della Kfor: ‘Dal Kosovo totale indisponibilità’

Angelo Michele Ristuccia: ‘Incapacità della politica locale a trovare mediazioni’

Sale la tensione nel nord del Kosovo
(Keystone)

Un accumularsi di tensioni, a cui sono seguite soluzioni negoziate dalla diplomazia, che a loro volta hanno prodotto un equilibrio ancor più fragile di quello esistente. Per Angelo Michele Ristuccia si è arrivati così agli scontri di Zvecan in cui sono stati feriti 30 soldati del contingente Nato in Kosovo (Kfor) e decine di manifestanti.

Un epilogo che stride con l'intesa storica tra Belgrado e Pristina mediata dall'Ue lo scorso marzo nella città macedone di Ohrid. Obiettivo: normalizzare le relazioni tra i due Stati dei Balcani e scongiurare l'apertura di un altro fronte in Europa, già scossa dalla guerra russa all'Ucraina. "Le due parti hanno dimostrato l'incapacità di consolidare i risultati di ogni accordo siglato nel quadro del dialogo Belgrado-Pristina. Invece di un circolo virtuoso, si è creata una situazione di gestione permanente delle crisi", racconta il comandante di Kfor in un'intervista all'Ansa.


Keystone
Mezzi e militari Kfor a Kosovska Mitrovica

L'ultima in ordine temporale è stata l'insediamento nei quattro comuni a maggioranza serba nel nord del Kosovo - Mitrovica Nord, Leposavic, Zubin Potok e Zvecan - dei nuovi sindaci, tre dei quali di etnia albanese, eletti alle amministrative del 23 aprile. Le elezioni, boicottate in massa dai serbi, erano state indette da Pristina per riempire il vuoto lasciato dai rappresentanti serbi, dimessisi in segno di protesta contro la mancata attuazione degli accordi di dialogo Belgrado-Pristina siglati dieci anni fa con la mediazione dell'Ue. I sindaci sono stati scortati dalle forze speciali del Kosovo nelle sedi dei municipi. Una decisione, quella del governo di Albin Kurti, che ha provocato una forte reazione, in primis da Washington.

Messa in guardia

Nei giorni che hanno preceduto gli scontri, "avendo la chiara comprensione di ciò che stava succedendo, ho incontrato due volte il premier e l'ho invitato a considerare con favorevole predisposizione le proposte dell'Ue e degli ambasciatori del Quint (Usa, Francia, Germania, Italia e Regno Unito, ndr) per trovare una soluzione", spiega Ristuccia. Ma Pristina ha risposto picche. "Ho trovato - dice - la totale indisponibilità e la volontà di non considerare il rischio conseguente alle pericolose iniziative unilaterali intraprese senza il coordinamento della Kfor". Ma la missione Nato "non deve essere considerata come un ombrello il cui compito è ricucire strappi causati da azioni unilaterali e non coordinate", è l'avvertimento che il comandante ha lanciato a "tutti gli interlocutori".

E c'è un'altra cosa che Ristuccia mette in chiaro: "Kfor ha operato nel pieno rispetto della risoluzione 1244, con una professionalità indiscutibile e nella piena implementazione delle regole di ingaggio". Il contingente Nato, insomma, non ha agito in modo "non professionale" provocando "una violenza non necessaria" e una "escalation" della situazione, come ha tuonato il Cremlino all'indomani degli scontri. "Chi muove queste accuse - replica Ristuccia - segue una narrativa finalizzata solo a gettare discredito su Kfor: abbiamo scongiurato una strage ed evitato che la situazione degenerasse".

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