Estero

‘Appennini molto più sensibili rispetto alle nostre valli’

Il geologo cantonale: la configurazione del nostro territorio è differente. ‘Cambiamenti climatici? Sì, ma anche delle oscillazioni naturali’

Un’intera Regione travolta dall’acqua
(Keystone)
18 maggio 2023
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«I cambiamenti climatici ci sono, è evidente, ma ci sono anche delle oscillazioni climatiche di origine naturale che spiegano fenomeni di questa portata – spiega, interpellato da laRegione, il geologo cantonale Andrea Pedrazzini –. Diciamo che è la somma di entrambe le situazioni a determinare eventi come quello dell’Emilia Romagna». Al geologo cantonale chiediamo se dei rischi analoghi sarebbero ipotizzabili per il Ticino. «La configurazione geologica del Ticino è differente. Gli Appennini sono molto più sensibili, rispetto alle nostre valli, a questi eventi tutto sommato brevi di intensità elevata. Per degli eventi di durata più corta il nostro territorio è più sensibile nei riali e nei piccoli corsi di acqua. Mentre per delle frane ci vogliono precipitazioni di lunga durata. Tuttavia, non si può dire di essere totalmente esenti da problemi di questo tipo. Quello che va fatto è un lavoro di prevenzione basato su tre pilastri: la pianificazione del territorio, le opere di premunizione e il sistema di allarme».

Pedrazzini sottolinea l’importanza di un cambiamento di paradigma a livello pianificatorio, verificatosi negli ultimi anni sia in Svizzera che all’estero: «Prima si cercava di incanalare e delimitare i fiumi con degli argini, adesso c’è la tendenza, anche da noi, a dare lo spazio necessario ai fiumi perché si sfoghino il più possibile».

In ogni caso eventi di questo tipo – conclude il geologo cantonale – non possono essere esclusi a priori, per cui «bisogna essere pronti, nel limite del possibile. Per esempio, costruendo in maniera ordinata e con la consapevolezza che non si può proteggere tutto. Inoltre bisogna assicurarsi di avere a disposizione i mezzi per soccorrere le persone, qualora fosse necessario. Insomma, va fatto tutto quello che è fattibile prima, e poi quando arriva l’evento bisogna cercare di limitare i danni. Sono fenomeni con i quali dobbiamo convivere, purtroppo».

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