Estero

Israele colpisce Gaza, venti di guerra sulla Striscia

Nella notte colpita la Jihad islamica. Uccise 13 persone: tre erano comandanti di spicco della fazione ma tra le vittime si contano 10 civili

Uccise 13 persone
(Keystone)
9 maggio 2023
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Alta tensione a Gaza con lo spettro di una nuova guerra su larga scala. Nella notte Israele ha colpito la Jihad islamica nella Striscia uccidendo 13 persone: tre di questi erano comandanti di spicco della fazione ma tra le vittime si contano 10 civili, di cui “4 donne e 4 bambini”, secondo il ministero della Sanità locale.

Per lo più familiari o vicini di casa degli obiettivi. Il bilancio complessivo degli uccisi è salito a 15 con i due miliziani colpiti in un nuovo raid dell'aviazione nel pomeriggio mentre – secondo l'esercito – trasportavano in auto missili anti tank da usare contro Israele.

Ora tutti gli occhi sono puntati sulla reazione delle fazioni armate a Gaza che, dopo gli attacchi, hanno promesso a Israele e ai suoi leader che pagheranno “un prezzo per il loro crimine”. L'operazione ‘Scudo e freccia’ – come è stata chiamata dall'esercito israeliano – è stata lanciata con l'obiettivo di stroncare lo stillicidio di razzi dall'enclave palestinese da cui la settimana scorsa ne sono partiti 102 in poche ore, fermati solo da un faticoso cessate il fuoco.

“Quegli arci assassini – ha detto il premier Benjamin Netanyahu riferendosi ai tre comandanti della Jihad – erano responsabili di lanci di razzi da Gaza verso Israele e dell'istigazione al terrorismo in Giudea e Samaria (la Cisgiordania, ndr) contro i nostri civili. Siamo nel pieno di una campagna e – ha promesso dopo aver incassato anche l'appoggio dell'opposizione al suo governo – siamo pronti a ogni sviluppo. Suggerisco ai nostri nemici di non scherzare con noi”.

Poi in serata ha ammonito di nuovo: “Ogni escalation avrà da parte nostra una forte risposta”. Il ministro Yisrael Katz ha minacciato direttamente i capi di Hamas: se si unirà alla Jihad nella risposta armata, Israele “eliminerà” Yihia Sinwar, leader della fazione nella Striscia, e Mohammed Deif, comandante del braccio armato dell'organizzazione.

Nella comunità israeliane a ridosso della Striscia – dove è stato dichiarato lo stato d'allerta – è in atto una migrazione di persone che fuggono per timore dei razzi: in serata erano già oltre 2000. Molti municipi delle zone stanno affittando alberghi altrove per ospitare i cittadini in fuga. L'esercito ha spiegato a quelli che restano nella zona di stare accanto ai rifugi mentre le lezioni nelle scuole sono state sospese. Le rotte per i voli in partenza dall'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv sono state spostate più a nord, nel timore di lanci diretti verso lo scalo. I rifugi sono stati aperti anche in altre città, Tel Aviv compresa.

Nel mirino degli attacchi israeliani – 40 compiuti dall'aviazione – sono finiti Khalil Bahitini (44 anni) comandante delle Brigate al-Quds nel nord della Striscia, Tareq Ezzaldin, portavoce del movimento e responsabile di “attività terroristiche” in Cisgiordania e a Gaza, e Jihad Ghanem, segretario del consiglio militare dell'organizzazione. Inoltre – sempre secondo il portavoce militare – sono stati centrati a Gaza City, Rafah e Khan Younis, anche impianti per la produzione di razzi compressi e una struttura usata per produrre componenti per i tunnel. Oltre a sei centri militari e una postazione militare della Jihad.

L'operazione di Israele è stata condannata dalla leadership palestinese a Ramallah come “un crimine atroce commesso dall'occupazione”. Anche l'Onu ha deplorato “la morte di civili negli attacchi aerei israeliani. Questo – ha detto il responsabile per il Processo di pace in Medio Oriente, Tor Wennesland – è inaccettabile”.

E pure da Parigi e dall'Ue è arrivata una netta presa di posizione, oltre che dai Paesi arabi e dall'Iran. La Francia, ha sottolineato Anne-Claire Legendre, portavoce degli esteri, ricorda a Israele i suoi “obblighi di protezione dei civili e di rispetto del diritto internazionale umanitario”. “L'Ue – ha denunciato da Bruxelles il portavoce dell'Alto rappresentante Josep Borrell – deplora profondamente la perdita di vite civili, compresi i bambini, e chiede il rispetto del diritto internazionale umanitario. Le vite civili devono essere protette in ogni circostanza”.

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