Estero

La parata di Mosca, la beffa di Kiev

In tono minore – per timore di attentati – i festeggiamenti russi per l’anniversario della vittoria nella II guerra mondiale. L’Ucraina sposta la data

(Keystone)
8 maggio 2023
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Il conflitto tra Russia e Ucraina si sposta sul piano storico in occasione dell'anniversario della vittoria nella Seconda guerra mondiale. Vladimir Putin si prepara alla parata sulla Piazza Rossa di domani affermando che è necessario lottare contro gli “attuali eredi ideologici” del nazismo, cioè i governanti di Kiev. Volodymyr Zelensky risponde decidendo di non festeggiare la vittoria sul nazismo il 9 maggio come fatto finora con la Russia, ma l'8, come avviene nel “mondo libero”. Una discrepanza inizialmente dovuta alla differenza di fusi orari, ma diventata simbolo della nuova divisione del mondo.

La Russia attende con trepidazione la parata di domani dopo i ripetuti attacchi di droni avvenuti sul suo territorio, compresi i due esplosi sopra il Cremlino la settimana scorsa. Un episodio che le autorità di Mosca hanno spiegato come un tentativo dei servizi segreti ucraini di uccidere Putin. Le tradizionali parate sono state cancellate in oltre 20 città, ma prendere un’analoga decisione per quella in programma sulla Piazza Rossa sarebbe stata quasi un’ammissione di sconfitta. Così sotto le mura del Cremlino sfileranno come da programma migliaia di soldati con le loro armi, e il presidente terrà regolarmente il suo discorso. Ma nel pomeriggio è stata cancellata per ragioni di sicurezza la tradizionale marcia del Reggimento Immortale, cioè dei discendenti dei combattenti contro il Terzo Reich che sfilano con le fotografie dei loro congiunti. Lo scorso anno Putin vi prese parte di persona, mostrando la fotografia di suo padre.

Solo un pugno di capi di Stato e di governo stranieri assisterà alla parata: quelli di Bielorussia, Armenia, Kazakhstan, Kirghizistan, Uzbekistan e Tagikistan. Alcune delle ex repubbliche sovietiche alle quali Putin ha inviato un messaggio per fare appello alla comune lotta contro Hitler come membri dell'Urss. “È nostro dovere morale preservare le sacre tradizioni di amicizia e reciproca assistenza tramandate dai nostri padri e nonni, non permettere che la verità storica sulla Grande guerra patriottica sia distorta e non permettere le giustificazioni dei nazisti, dei loro complici e dei loro attuali eredi ideologici”, ha affermato Putin con un chiaro riferimento al governo di Kiev.

Il ‘dispetto’ del giorno prima

Zelensky ha replicato facendo a sua volta un parallelo tra il leader russo e Hitler: la Russia sarà sconfitta “nello stesso modo” in cui lo fu il nazismo nel 1945, ha affermato, per poi annunciare che l'Ucraina d'ora in poi festeggerà la vittoria sui nazisti un giorno prima di Mosca, l'8 maggio. Il 9 viene invece dichiarata Giornata dell'Europa, come nell'Unione europea, nella quale Kiev aspira a essere ammessa. Anzi, di cui si sente già parte per eredità culturale, ha affermato Zelensky, pubblicando un messaggio su Telegram corredato con una bandiera ucraina e una della Ue. Domani nella capitale ucraina arriverà non a caso la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in visita per manifestare “l’incrollabile sostegno della Ue” al governo ucraino. Con il cambio di data per la festività Zelensky intende inviare un segnale preciso: l'Ucraina, ha spiegato, fa già parte di quel concerto europeo che, come ha distrutto il nazismo (il ruolo di Mosca viene omesso), così sconfiggerà quello che il presidente ucraino definisce il “rascismo”, neologismo inventato a Kiev per indicare il “fascismo russo”. Mosca non poteva certo prenderla bene. La decisione di Zelensky mostrerebbe che è un “traditore”. Anzi, la “nuova incarnazione di Giuda nel XXI secolo”, o ancora “un collaborazionista fascista 80 anni dopo”, ha scritto su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova.

Droni su droni

Intanto, al fronte, la Russia prova con più forza a ferire la capitale ucraina lanciandole contro “l’attacco con droni più massiccio dall'inizio della guerra”, nell’ennesima notte di esplosioni che hanno tenuto svegli i cittadini per quattro lunghe ore di allarme aereo. Nonostante tutti e 35 gli Uav Shahed spediti contro Kiev siano stati abbattuti dalla contraerea, i detriti hanno provocato cinque feriti e danni a edifici residenziali, auto e giardini in città. Ma non è solo la capitale ad aver sofferto l'ennesimo attacco su vasta scala nel Paese: la Russia ha lanciato fino a otto missili da crociera X-22 nella regione di Odessa, alcuni dei quali non hanno raggiunto l'obiettivo devastando un magazzino di un'impresa alimentare e provocando un morto e tre feriti. La Croce Rossa ha poi denunciato che nell’attacco alla città del sud è stato colpito anche un loro magazzino, provocando un incendio “che ha completamente distrutto gli aiuti umanitari per la regione”. In totale, sono stati 60 i droni lanciati dai russi. Nel frattempo si attende la controffensiva ucraina, cui la Russia si prepara con postazioni difensive e procedendo nelle “evacuazioni” dei territori al fronte nella regione di Zaporizhzhia. Ma oltre a evacuare, Mosca mobilita: secondo il sindaco in esilio di Mariupol, Vadim Boychenko, i russi hanno cominciato l'arruolamento nella città occupata all'inizio della guerra. “Il nemico prevede di arruolare uomini fino ad agosto”, ha affermato.

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