Un 21enne ha sparato a più riprese indiscriminatamente vicino a Mladenovac, a circa 60 chilometri da Belgrado. Il 2 maggio un altro attacco in una scuola
La polizia serba ha arrestato la persona sospettata di avere ucciso otto persone e ferito altre 14 in una serie di sparatorie avvenute nella tarda serata di ieri vicino a Mladenovac, a circa 60 chilometri a sud della capitale Belgrado. Lo riferiscono i media di Stato. Il giovane sospetto per la strage di ieri sera, Uros B. ha 21 anni. Come riferiscono i media locali, il giovane ha sparato a più riprese con un'arma automatica indiscriminatamente contro persone del luogo. Nella caccia all'uomo protrattasi per tutta la notte sono stati impegnati oltre 600 poliziotti, appoggiati da alcuni elicotteri. Uros B. è stato infine bloccato e arrestato nei pressi di Kragujevac, città industriale a circa 150 km a sud di Belgrado, dove si era nascosto a casa di suo nonno. Due dei feriti, condotti in vari ospedali, anche a Belgrado, sono in condizioni serie. Come riferiscono i media, il killer, dopo il massacro, ha bloccato un tassista a Mladenovac e sotto la minaccia di una pistola gli ha intimato di condurlo a Vinjista, dove attualmente è concentrato un gran numero di agenti di polizia.
Da oggi in Serbia e fino a domenica è stato proclamato il lutto nazionale per la strage nella scuola di Belgrado, dove il 2 maggio un 13enne, sparando con la pistola del padre, ha ucciso otto allievi del suo stesso istituto e una guardia giurata, ferendo altri sei coetanei e una insegnante.
Kosta K., questo il nome del ragazzo, sparando con la pistola del padre, ha ucciso otto alunni e una guardia giurata, ferendo inoltre altri sei coetanei e una insegnante. Alcuni di loro sono in condizioni gravi. Il ragazzo, non ancora 14enne, per legge non è perseguibile penalmente, e si trova ora in osservazione in un centro di cure neuropsichiatriche.
Entrambi i suoi genitori sono stati arrestati e il padre, un noto medico di Belgrado, verrà ascoltato oggi dai giudici. Le bandiere in tutto il Paese sono a mezz'asta, la gran parte degli eventi pubblici sono stati annullati, e migliaia di persone continuano a recarsi in pellegrinaggio alla scuola Vladislav Ribnikar, nel centro della capitale, per deporre fiori e accendere candele in ricordo delle giovani vittime.
Anche negli altri paesi della regione, fortemente colpiti dalla strage nella scuola di Belgrado, le bandiere sugli edifici pubblici sono a mezz'asta e nelle scuole ore di lezione sono dedicate alle riflessioni sul possesso di armi e sull'incitamento alla violenza da parte di media e reti social.