Estero

Una possibile nona ondata di Covid spaventa il Giappone

Uno studio del ministero della salute di Tokyo indica un'impennata dei contagi: nel Paese il Covid-19 è ora equiparato alle comuni malattie infettive

(Keystone)
22 aprile 2023
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Il Giappone potrebbe trovarsi ad affrontare una nona ondata della pandemia di Covid-19, che potrebbe portare a un aumento dei decessi, principalmente tra le persone anziane. Lo indica lo studio redatto da quattro esperti del ministero della Salute nipponico, che fa riferimento alla recente impennata delle infezioni in 33 delle 47 prefetture del Paese, dopo l'allentamento delle restrizioni deciso dall'esecutivo, che ha declassato lo status legale del Covid-19 alla stessa categoria delle comuni malattie infettive.

Gli esperti citano un sondaggio condotto tra febbraio e marzo, che mostra come solo il 32,1% della popolazione giapponese sia stata infettata dal virus e abbia sviluppato gli anticorpi. Una dinamica che suggerisce come la nona ondata potrebbe essere più pericolosa dell'ultima registrata lo scorso inverno.

Il ministro della Salute, Katsunobu Kato, ha detto che il numero di nuovi contagi evidenzia una crescente proporzione della sottovariante XBB.1.5 della Omicron: "C'è la possibilità che le infezioni si diffondano ulteriormente questa estate", ha detto Kato, precisando che i decessi potrebbero riguardare molte persone anziane, dato che la popolazione del Giappone sta rapidamente invecchiando.

La diffusione della ricerca arriva in concomitanza della apertura della nuova campagna vaccinale, prevista tra maggio e agosto, per i cittadini di età superiore ai 65 anni, coloro che presentano patologie pregresse e gli operatori sanitari.

In una ricerca separata, lo scorso mese una commissione di controllo ha rivelato che in Giappone è stato sprecato il 30% dei vaccini ordinati tra ottobre 2020 e marzo 2022, pari a quasi 78 milioni di unità, prevalentemente delle case farmaceutiche statunitensi Pfizer e Moderna, a fronte di stime di approvvigionamento rivelatesi errate e alle date di scadenza dei farmaci considerate troppo brevi.

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