rapporto unicef

Cala la copertura vaccinale nei bambini

Negli ultimi tre anni, dopo la pandemia, in 67 milioni non sono stati sottoposti alle vaccinazioni di routine o lo sono stati solo in parte

Missione Unicef tra i bambini nigeriani
(Keystone)
20 aprile 2023
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Da un nuovo rapporto dell’Unicef emerge che negli ultimi tre anni 67 milioni di bambini non sono stati sottoposti alle vaccinazioni di routine o lo sono stati solo in parte.

Ciò è riconducibile all’interruzione della presa a carico in sistemi sanitari al limite delle capacità, alla penuria di risorse, a conflitti, alla fragilità e al calo della fiducia. Il rapporto State of the World’s Children 2023 – For Every Child, Vaccination dimostra che in Paesi come la Repubblica di Corea, la Papua Nuova Guinea, il Ghana, il Senegal e il Giappone la percezione dell’importanza delle vaccinazioni per i bambini è calata di oltre un terzo dall’inizio della pandemia di coronavirus. Secondo gli ultimi dati rilevati dal Vaccine Confidence Project e pubblicati oggi dall’Unicef, la Cina, l’India e il Messico sono gli unici Stati in cui tale consapevolezza è rimasta invariata o è addirittura aumentata.

Tendenza pericolosa

Nella maggior parte dei Paesi, tra le persone minori di trentacinque anni e le donne la fiducia nei vaccini per i bambini è diminuita dall’inizio della pandemia. La fiducia nei vaccini è incostante e dipende dal periodo. Serviranno ulteriori rilevamenti e analisi per stabilire se questi risultati segnalano una tendenza a lungo termine. Resta comunque il fatto che il sostegno ai vaccini è tutt’ora relativamente importante. In quasi la metà dei 55 Paesi interessati dall’inchiesta, oltre l’80 per cento degli interpellati ne riconosce l’importanza per i bambini.

Il rapporto mette tuttavia in guardia sulla convergenza dei fattori seguenti, i quali potrebbero comportare un aumento dello scetticismo: l’incertezza sulla reazione alla pandemia; il crescente accesso a informazioni fuorvianti; il calo della fiducia nella scienza; la polarizzazione politica.


Katy Perry, testimonial Unicef in Vietnam (Keystone)

“All’apice della pandemia, in pochissimo tempo sono stati sviluppati vaccini che hanno salvato molte vite. Eppure, nonostante questo successo storico la paura e la disinformazione si sono diffuse tanto quanto lo stesso virus”, ha dichiarato Catherine Russell, Direttrice generale dell’Unicef. “Questi dati trasmettono un segnale poco rassicurante. Non possiamo permettere che la fiducia nelle vaccinazioni di routine diventi un’altra vittima della pandemia, perché la prossima ondata di decessi potrebbe riguardare il morbillo, la difterite e altre malattie evitabili, e toccare in primis i bambini”,

Ulteriore calo della fiducia nella protezione vaccinica a causa della pandemia

Il calo della fiducia nella protezione vaccinica dei bambini riscontrato negli ultimi trent’anni è stato ulteriormente rafforzato dalla crisi del coronavirus. Durante la pandemia, la copertura vaccinale dei minori è stata interrotta quasi ovunque, soprattutto a causa del forte sovraccarico dei sistemi sanitari, della penuria di risorse, della mancanza di personale e dal divieto di svolgere visite a domicilio.

Il rapporto pubblicato oggi mette in evidenza che tra il 2019 e il 2021 67 milioni di bambini non hanno effettuato o hanno effettuato solo in parte le vaccinazioni di routine. I tassi di copertura vaccinale sono diminuiti in 112 paesi. I bimbi nati poco prima o durante la pandemia hanno ormai superato l’età in cui di solito vengono sottoposti alle vaccinazioni, il che sottolinea l’urgenza di adottare misure per recuperare il ritardo e prevenire la diffusione di malattie potenzialmente letali.

Nel 2022, per esempio, i casi di morbillo sono stati il doppio dell’anno precedente, mentre il numero di bambini colpiti da paralisi dovute alla poliomielite è cresciuto del 16 per cento. Rispetto al triennio precedente, nel periodo 2019-2021 il numero di bambini poliomielitici è aumentato di otto volte. Inutile dire quanto sia importante che le campagne di vaccinazione proseguano. La pandemia ha altresì acuito le disuguaglianze. Le vaccinazioni continuano a essere precluse a troppi bambini, in particolare nelle comunità più emarginate. I progressi in tale ambito segnavano del resto già il passo da ormai quasi un decennio prima della pandemia, quando il mondo lottava per raggiungere i minori più svantaggiati.

Tassi di vaccinazione più bassi in India e Nigeria

Dei 67 milioni di bambini che tra il 2019 e il 2021 hanno saltato vaccinazioni di routine, 48 milioni non hanno ricevuto alcun vaccino. A fine 2021, il problema concerneva in particolare India e Nigeria, due Paesi con un tasso di nascite molto elevato in quel periodo, ma anche Myanmar e Filippine.

I bambini esclusi dalla copertura vaccinale vivono nelle regioni più povere, discoste ed emarginate, in parte colpite anche da conflitti. Nuovi dati forniti dall’International Center for Equity in Health per la redazione del rapporto dimostrano che nelle economie domestiche più povere un bambino su cinque non è vaccinato. In quelle più benestanti la proporzione è di uno su venti.


Vaccino anti-polio in Afghanistan (Keystone)

Secondo il rapporto, il fenomeno riguarda comunità difficilmente accessibili, per esempio nelle aree rurali o nelle baraccopoli, e famiglie in cui le madri non hanno frequentato la scuola e hanno poca voce in capitolo nelle decisioni familiari. Si tratta di sfide enormi in particolare nei Paesi a basso e medio reddito, dove un bambino su dieci nelle aree urbane e uno su sei nelle regioni rurali non è vaccinato.

Negli Stati a medio e alto reddito, invece, non ci sono quasi differenze tra città e campagna. Affinché tutti i minori possano essere vaccinati, occorre potenziare la presa a carico sanitaria primaria, e dotare il personale per lo più femminile delle risorse e del sostegno necessari. Il rapporto constata che le donne sono in prima linea nello svolgimento delle vaccinazioni, ma al tempo stesso devono confrontarsi con stipendi miseri, impieghi informali, possibilità di formazione e di carriera carenti, e minacce alla sicurezza personale.

Le raccomandazioni

L’Unicef esorta quindi i governi a raddoppiare la loro promessa di mezzi finanziari per le vaccinazioni e a collaborare con i diversi attori per liberare le risorse disponibili, inclusi i fondi restanti stanziati in regime di pandemia, al fine di colmare quanto prima il ritardo vaccinale nei bambini e prevenire la diffusione di malattie.

“Le vaccinazioni hanno salvato milioni di vite e protetto intere comunità dallo scoppio di epidemie”, ha affermato Catherine Russell. “Dovrebbe ormai essere chiaro a tutti che le malattie non conoscono confini. Le vaccinazioni di routine e sistemi sanitari forti sono gli strumenti migliori per prevenire future pandemie, decessi inutili e tanta sofferenza. I fondi stanziati a suo tempo per le campagne di vaccinazione contro il Covid-19 e ancora disponibili devono essere investiti nel potenziamento dei servizi di vaccinazione nell’interesse di ogni bambino”.

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