Estero

Scure di Saied contro l’opposizione, Tunisia in bilico

Arrestato il leader storico di Ennahdha Rached Ghannouci, chiuse le sedi del partito islamista. Il Fronte di salvezza nazionale evoca la guerra civile.

L’uomo forte di Tunisi
(Keystone)
18 aprile 2023
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Roma – La condanna a morte di Ennahdha è stata eseguita. Con l'arresto del leader storico Rached Ghannouci e la chiusura delle sedi del partito, il presidente tunisino Kais Saied ha posto la pietra tombale su quello che restava dell'opposizione scomoda di quell'islam politico già ampiamente ridimensionata dalla messa fuori gioco di gran parte della sua classe dirigente, rinchiusa nelle patrie galere o sotto inchiesta.

"Un'unità di polizia si è presentata alla sede principale del partito a Tunisi e ha ordinato a tutti i presenti di andarsene prima di chiuderla", ha raccontato un alto funzionario di Ennahdha, Riadh Chaibi, spiegando che sono stati chiusi anche gli altri uffici del partito in varie parti del Paese ed è stato "vietato qualsiasi incontro in questi locali".

Gannouchi in ospedale

E' stato invece ricoverato in ospedale per il peggioramento delle sue condizioni di salute l'81enne Gannouchi, che lunedì, poco dopo la fine della preghiera che conduce all'iftar, il pasto della rottura del digiuno del mese di Ramadan, è stato condotto per gli interrogatori nella caserma di El Aouina a Tunisi su ordine della procura antiterrorismo che gli contesta, tra l'altro una serie di dichiarazioni.

In un video diffuso in rete alcuni giorni fa, insieme ad alcuni membri del Fronte di Salvezza nazionale, principale coalizione di opposizione a Saied, aveva affermato che "ogni tentativo di eliminare una delle componenti politiche non può che portare alla guerra civile". Tradotto, la deriva autoritaria e iper-presidenzialista dell'uomo forte di Tunisi può innescare una rivolta sociale incontrollabile.

Botta e risposta

Intanto, secondo fonti di radio Mosaique Fm, il leader islamico dopo l'arresto si sarebbe rifiutato di rispondere alle domande. Durissima la reazione di Ennahdha. In una conferenza stampa notturna, un suo esponente, Mondher Lounissi, ha affermato che l'arresto è un "abuso" perché è "inaccettabile perseguire i politici sulla base della legge antiterrorismo", per di più senza che ai suoi avvocati sia stato permesso di vederlo.

La risposta, ambigua, di Saied è arrivata in occasione della cerimonia per il 67esimo anniversario della creazione delle forze di sicurezza interna. "Non svenderemo la nostra sovranità e la nostra dignità. Faremo una guerra senza tregua contro chi vuole minare lo Stato e le sue istituzioni", ha scandito il presidente.

Braccio di ferro con il Fondo monetario internazionale

Destinatario dell'affondo è certamente Ennahdha, ma anche quel Fondo monetario internazionale con cui Tunisi è in trattativa per ottenere un consistente flusso di fondi che eviti il rischio di default. Il negoziato per 1,9 miliardi di aiuti è in salita anche a causa dei toni nazionalisti di Saied che ha parlato di "diktat dall'estero" chiudendo alle riforme richieste come condizione per ottenere il prestito del Fondo.

Ue e Francia preoccupate

Un'accelerazione repressiva che l'Europa segue "con grande preoccupazione", ha fatto sapere un portavoce della Commissione europea sottolineando "il principio fondamentale del pluralismo politico", anche perché la deriva autoritaria di Saied insieme al testa e testa con il Fmi rischiano di destabilizzare ulteriormente il Paese e di rendere ingovernabile la crisi economica con il risultato, tra l'altro, di riversare decine di migliaia di migranti sulla rotta del Mediterraneo centrale i cui terminali sono inevitabilmente le coste italiane.

Anche la Francia, attraverso il ministero degli Esteri, ha deplorato il fermo del leader di Ennahdha che "si iscrive - ha osservato Parigi - nel quadro di una preoccupante ondata di arresti" in Tunisia.

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