Accuse a vario titolo, dalla corruzione allo spaccio e alla truffa, nei confronti di detenuti e agenti della Polizia penitenziaria di Trapani
I Carabinieri del Comando provinciale di Trapani e il personale del Nucleo investigativo regionale della Polizia penitenziaria hanno eseguito una serie di misure cautelari disposte dal giudice per le indagini preliminari nei confronti di 24 persone. Secondo l'inchiesta nel carcere della cittadina siciliana attraverso dei droni sarebbero stati fatti entrare droga e cellulari.
Accuse a vario titolo, di corruzione, spaccio di droga, abuso d'ufficio, truffa aggravata, falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità ideologica, evasione e accesso indebito di dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti. Per 17 indagati è stato disposto il carcere, per 5 gli arresti domiciliari e per 2 l'obbligo di dimora.
Tra le persone coinvolte nell'inchiesta della Procura di Trapani che ha accertato che nel carcere della città attraverso dei droni sarebbero stati fatti entrare droga e cellulari ci sono anche tre agenti della Polizia penitenziaria. Due sarebbero in pensione e uno nel corso delle indagini sarebbe deceduto. I fatti risalgono al 2019. Agli atti dell'inchiesta, che riguarda anche decine di detenuti, alcuni dei quali nel frattempo tornati liberi, ci sono filmati che riprendono l'ingresso dello stupefacente e dei telefonini nell'istituto di pena trapanese.