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Putin attacca gli Stati Uniti: ‘Ormai è guerra calda’

Kiev annuncia: ‘Sei mesi per liberare la Crimea’. Altri Mig in arrivo da Varsavia

Putin durante il discorso (Keystone)

Vladimir Putin è tornato al centro della scena, nell'abituale veste di difensore della Russia contro l'aggressione di potenze straniere ostili. Il bersaglio è sempre l'Occidente, soprattutto gli Stati Uniti, che sono andati ben oltre gli schemi della Guerra fredda. Ingaggiando con Mosca un vero e proprio "conflitto caldo".

Sul fronte opposto Volodymyr Zelensky ha fatto tappa a Varsavia, incassando una nuova dotazione di caccia dal suo principale sponsor europeo. Una buona notizia per gli ucraini, che rafforzano l'arsenale militare con l'obiettivo dichiarato di riprendersi tutti i territori conquistati dal nemico. Anche la Crimea, entro sei mesi.

Cremlino contro tutti

La giornata di Putin si è aperta con i nuovi ambasciatori che hanno presentano le loro credenziali al Cremlino. La Russia "non si vuole isolare" e rimane aperta alla "cooperazione" sulla base del principio di "eguaglianza", ha assicurato lo zar, ma i toni concilianti sono stati abbandonati con la diplomatica americana appena arrivata, Lynne Tracy. Gli Usa, ha tuonato il leader russo, hanno sostenuto le rivoluzioni colorate nelle ex Repubbliche sovietiche e "il colpo di Stato a Kiev" nel 2014, episodio "all'origine dell'attuale crisi".


Distruzione a Kupiansk (Keystone)

Allo stesso modo, le relazioni si sono "deteriorate" con l'Ue, che ha cominciato uno "scontro geopolitico" con Mosca. Il Cremlino, inoltre, ritiene l'intelligence occidentale direttamente "coinvolta" nella "preparazione di atti di sabotaggio e terrorismo" condotti dagli ucraini sia nei territori occupati che in Russia, ha sottolineato Putin al Consiglio di sicurezza nazionale. Con un chiaro riferimento all'omicidio del blogger ultranazionalista Vladlen Tatarksy a San Pietroburgo (anche se per Kiev si è trattato di un regolamento di conti interno tra le varie fazioni russe).

A Mosca la durezza del presidente viene interpretata in modo ancora più categorico. Secondo il vice ministro degli Esteri Sergei Ryabkov, gli Stati Uniti sono impegnati in una "guerra ibrida" contro la Russia, tale che "ora siamo nella fase di un conflitto caldo".

Zelensky vuole altre armi

Quanto a Zelensky, la preoccupazione principale del leader ucraino resta quella di ottenere sempre più armi per sfruttare al meglio le persistenti difficoltà del nemico sul terreno. A Varsavia, Andrzej Duda gli ha promesso che invierà a Kiev altri sei Mig, oltre gli otto già consegnati. Il presidente polacco, inoltre, ha evocato la possibilità di fornire all'alleato tutti i vecchi caccia a disposizione, non appena arriveranno i velivoli più moderni chiesti a Usa e Corea del Sud. Duda ha poi spiegato che al vertice Nato di luglio chiederà "ulteriori garanzie di sicurezza" per l'Ucraina: ovvero nuove armi. Per la soddisfazione di Zelensky, che ha parlato di "un incontro tra amici per il bene delle nostre nazioni".

La controffensiva

Nel frattempo a Kiev si continuano a elaborare i piani per una controffensiva in grande stile, per la quale sarebbero già pronti 40mila uomini. Secondo il consigliere del presidente Mykhailo Podolyak si potranno liberare tutti i territori occupati: "La Russia - ha affermato - non ha risorse sufficienti per reggere la situazione in Crimea e l'Ucraina riprenderà la penisola in un tempo molto breve: sei mesi, cinque mesi, sette mesi".

Gli ucraini avrebbero anche tentato una nuova incursione in territorio russo: l'Fsb ha reso noto che un "piccolo velivolo ucraino si è schiantato nella regione di Bryansk, al confine, ed il pilota è stato arrestato". Nessuna trattativa, insomma, all'orizzonte. Lo ha ribadito il ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov, secondo cui si potrà discutere solo dopo il "ritiro dei russi". Stessa linea dal Cremlino, che "non vede le precondizioni per i colloqui". Di una tregua proposta nei giorni scorsi da Minsk dovrebbero discutere Putin e Lukashenko nel corso dell'ennesima visita a Mosca del presidente bielorusso, ma su questo non sembra scommettere nessuno. Tanto più che Mosca ha appena schierato nel Paese alleato i sistemi missilistici Iskander, in grado di trasportare testate convenzionali e nucleari tattiche.

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