l’attentato in russia

Darya Trepova confessa: ‘Promettevano di mandarmi a Kiev’

La statuetta esplosiva era una prova da superare in cambio dell'espatrio in Ucraina e un lavoro da giornalista

Darya Trepova dopo l’arresto (Keystone)

Una prova da superare in cambio dell'espatrio in Ucraina e un lavoro di giornalista in quel Paese. Sarebbe stato questo a spingere Darya Trepova a consegnare al giornalista e blogger nazionalista Vladlen Tatarsky la statuetta che poi è esplosa uccidendolo domenica in un caffè di San Pietroburgo e provocando oltre 40 feriti. Questo, almeno, è quanto emerge da stralci dell'interrogatorio pubblicati dal sito indipendente russo Fontanka.

Il regalo

Non c‘è conferma, tuttavia, che la 26enne fosse a conoscenza che quel ’regalo' sarebbe dovuto esplodere. "Mi hanno incastrata", ha detto agli investigatori. La Trepova, trasferita ieri da San Pietroburgo, è comparsa oggi davanti alla Corte del distretto moscovita di Basmanny, che ha tramutato il fermo in arresto incriminandola per terrorismo, con la possibilità dunque di una condanna fino a 20 anni di reclusione.

Accolta da un nutrito schieramento di giornalisti e cameraman, che però non hanno potuto assistere all'udienza, svoltasi a porte chiuse, Darya Trepova si è seduta nella gabbia di vetro riservata agli imputati. Le immagini girate prima dell'ingresso dei giudici la mostrano con indosso una felpa color bordeaux mentre, con le mani intrecciate e gli occhi chiusi, sembra mormorare una preghiera.

I pezzi grossi

Ieri il Comitato anti-terrorismo russo aveva accusato i servizi di Kiev di aver pianificato l'attacco, con il coinvolgimento di sostenitori dell'oppositore Alexei Navalny. Un'ipotesi subito respinta dalla squadra dello stesso Navalny. Ma su di lui e altri dissidenti si abbattono oggi gli strali dell'ex presidente Dmitry Medvedev, che li definisce "terroristi e assassini" fedeli al "loro nativo regime nazista di Kiev".

Il capo della compagnia militare privata Wagher, Yevgeny Prigozhin, a cui Tatarsky era vicino, aveva detto a caldo di non credere al coinvolgimento degli ucraini, ipotizzando invece l'operato di "un gruppo di radicali". E oggi si è recato nel caffè teatro dell'attentato per incontrare gli attivisti del gruppo nazionalista Cyber Front Z, che avevano organizzato la conferenza dello stesso Tatarsky. Prigozhin ha anche postato un documento in cui certifica che Tatarsky è stato riconosciuto come militare della Wagner caduto in battaglia.


L’esterno del bar dopo l’esplosione (Keystone)

Secondo la versione dell'interrogatorio riportata da Fontanka, la Trepova avrebbe detto che, dopo la prova della statuetta, per lei era già pronto un biglietto per un volo che il giorno dopo l'avrebbe dovuta portare in Uzbekistan, e da lì in Ucraina. Almeno così le era stato promesso. Ma da chi? La donna, che non nascondeva la sua opposizione all'intervento in Ucraina, è un'assidua frequentatrice di canali Telegram ucraini. Attraverso uno di essi ha detto di essere venuta in contatto con un non meglio precisato attivista che le avrebbe prospettato la possibilità di questa nuova vita. A condizione, appunto, di sottoporsi ad alcune prove.

Le prove

La prima, superata, è stata quella di incontrare Tatarsky in una libreria di San Pietroburgo, dove ha realizzato un servizio su di lui. La seconda prova, fissata per domenica, era la consegna della famosa statuetta - il busto di un militare - allo stesso Tatarsky. "Dagliela, dì qualcosa sugli eroi della Wagner e poi ci pensiamo noi", le avrebbero detto i suoi mandanti. Forse erano pronti ad azionare l'esplosivo a distanza.

"Sapevi che si trattava di una bomba?", hanno chiesto gli investigatori alla Trepova. "Non me l'hanno detto esplicitamente, ma sospettavo qualcosa di brutto", avrebbe risposto lei. Quanto lo sospettasse non è chiaro visto che, come mostra un video, pochi istanti prima dell'esplosione ha accettato l'invito di Tatarsky di sedersi a non più di quattro o cinque metri da lui. Un altro video la mostra alcuni istanti dopo l'esplosione, in piedi fuori dal locale, tra gli altri avventori, alcuni sanguinanti, che si aggirano in preda allo shock. Poi se ne va, miracolosamente illesa.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE