iran

Istruzione negata alle studentesse senza velo

L’annuncio dei ministeri della Sanità e dell’Istruzione dopo la valanga di proteste. In manette donne senza velo in negozi e centri commerciali

Proteste in tutto il mondo per Mahsa Amini
(Keystone)

Non saranno forniti servizi alle studentesse che "non si attengono al codice di abbigliamento delle scuole". Lo ha annunciato il Ministero dell'istruzione secondo quanto ripreso dal portale di dissidenti iraniani ‘Iran international’.

Il Ministero della sanità dal canto suo ha dichiarato in un comunicato che le università legate al ministero non forniranno servizi alle studentesse che non utilizzano il velo, obbligatorio in pubblico per le donne dalla fondazione della Repubblica islamica nel 1979.

Negli scorsi mesi, molte studentesse hanno protestato contro l'hijab obbligatorio durante manifestazioni antigovernative che sono iniziate a fine settembre in varie città del Paese. Alcune studentesse hanno partecipato senza il velo alle dimostrazioni, iniziate dopo la morte di Mahsa Amini, la 22enne di origine curda che ha perso la vita il 16 settembre a Teheran dopo essere stata messa in custodia dalla Polizia morale perché non portava l'hijab in modo corretto.


Con i piedi sulla faccia di Raisi a Bruxelles (Keystone)

Arresti

Alcune donne che non portavano il velo in negozi e centri commerciali di alcune città dell'Iran sono state arrestate e i locali sono stati chiusi. Lo rende noto il portale di dissidenti iraniani con sede all'estero ‘Iran International’, citando dichiarazioni di un comandante delle Guardie della Rivoluzione, Karim Ahmadi, secondo cui a Kashan, in provincia di Isfahan, 40 negozi sono stati chiusi perché le clienti non rispettavano l'obbligo di portare il velo, in vigore dalla fondazione della Repubblica islamica nel 1979.

A Kermanshah, nell'Iran occidentale vicino al confine con l'Iraq, il personale del complesso turistico Taq-e Bostan ha impedito a donne che non portavano l'hijab di accedere all'area, mentre il procuratore di Dezful, nella provincia meridionale del Khuzestan, ha dichiarato che "uno dei siti turistici della città è stato chiuso da venerdì perché non si atteneva agli standard morali".

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