Lo zar, dopo aver sempre negato e risposto a muso duro, ammette: “Le sanzioni possono avere un effetto negativo”
Le sanzioni imposte dall'Occidente potranno avere "effetti negativi" sulla Russia. Le parole pronunciate da Vladimir Putin in una riunione del governo confermano che le preoccupazioni serpeggiano tra le alte sfere dello Stato, soprattutto se paragonate a quanto affermato solo due settimane fa dal presidente, quando aveva detto che le misure restrittive di Europa e Stati Uniti avevano fatto "solo del bene" al Paese.
Ad alimentare le inquietudini sembra essere soprattutto il deficit del bilancio statale, che nei primi due mesi dell'anno è esploso raggiungendo i 34 miliardi di dollari, tanto da far concludere al Wall Street Journal che "l'economia russa sta per crollare".
La questione è centrale non solo per le sorti dei cittadini russi, ma anche per l'evolvere del conflitto ucraino. In gioco è infatti la capacità di Mosca di reggere finanziariamente lo sforzo militare in uno scontro con Kiev e con l'intero Occidente di cui non si vede la fine. "Questa guerra ibrida che hanno scatenato contro il nostro Paese durerà per lungo tempo", ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. E allora, ha avvertito, "abbiamo bisogno di fermezza, fiducia, concentrazione e unità attorno al presidente".
Negozi chiusi a Mosca come effetto delle sanzioni (Keystone)
Davanti ai suoi ministri e alla nazione Putin non ha rinunciato a lanciare segnali di speranza. Le sanzioni, ha osservato, potranno avere un impatto negativo sull'economia "a medio termine", ma è necessario avere fiducia e "migliorare l'efficienza e assicurare la sovranità tecnologica, umana e finanziaria del Paese", riducendo la burocrazia. Ci sono inoltre segnali positivi, secondo lui, anche grazie alla cooperazione "con i Paesi in rapido sviluppo dell'Est e del Sud" del mondo.
Putin guarda soprattutto alla Cina e all'India, dove Mosca cerca di trovare nuovi sbocchi per il suo export energetico bloccato a ovest, con l'Europa che ha ridotto dell'80% le importazioni di gas russo nel 2022. Ma la Russia si scontra con "l'incapacità di riorientare immediatamente i flussi di gas" a causa della carenza di infrastrutture adeguate, ha ammesso il ministro dell'Energia Nikolai Shulginov. Un po' meglio va con il petrolio. La compagnia russa Rosneft ha fatto sapere di aver firmato con la Indian Oil Company un accordo per "un aumento significativo" delle esportazioni di greggio verso New Delhi, dopo che, secondo dati governativi, nel 2022 le forniture all'India erano già incrementate di ben 22 volte. Il petrolio russo Urals viene tuttavia normalmente venduto a prezzi scontati, soprattutto alla Cina.
Lo scorso anno Mosca ha beneficiato della crescita vertiginosa dei prezzi del gas che, nonostante la contrazione delle esportazioni in quantità, le ha fatto guadagnare 330 miliardi di dollari, secondo dati dell'Ispi. Nonostante ciò il bilancio statale (in cui il 42% delle entrate è rappresentato dall'export energetico) si è chiuso con un deficit del 2,3% sul Pil.
Ora che i prezzi del gas sul mercato di Amsterdam sono oltre sette volte inferiori rispetto al picco raggiunto a fine agosto, le previsioni indicano un peggioramento per le casse dello Stato, con Bloomberg Economics che stima un possibile deficit tra il 3 e il 4% nel 2023. A confermare la gravità del problema è il prelievo straordinario dello Stato sulle imprese private con un utile pre-imposte di almeno un miliardo di rubli (12,5 milioni di euro).
A peggiorare le cose per le aziende è la carenza di forza lavoro qualificata a causa dell'esodo dal Paese di decine di migliaia di giovani tecnici per il timore di essere arruolati. "L'economia russa sta entrando in una regressione a lungo termine", ha detto al Wall Street Journal Alexandra Prokopenko, un ex funzionario della Banca centrale russa che ha lasciato il Paese poco dopo l'inizio del conflitto. Mentre anche il miliardario Oleg Deripaska ha avvertito all'inizio di marzo che "già il prossimo anno non ci saranno soldi" e che il Paese avrà "bisogno di investitori stranieri".