yemen

Saltati gli accordi svizzeri, ricomincia la guerra

Scontri nella regione petrolifera di Maarib, 10 soldati uccisi

Bambini e soldati (Keystone)

L'uccisione di almeno 10 soldati lealisti yemeniti nella regione petrolifera di Maarib, nel contesto della ripresa della guerra guerreggiata in Yemen tra combattenti filo-iraniani Huthi e loro rivali delle forze governative appoggiate dall'Arabia Saudita, ha immediatamente stemperato l'ottimismo che circolava da giorni nelle cancellerie mediorientali e occidentali su una possibile fine del conflitto nel martoriato paese arabo, crocevia di interessi tra Oceano Indiano e Mediterraneo.

L’annuncio

Solo nelle ultime ore era stato annunciato in Svizzera il raggiungimento di un accordo, mediato dall'Onu e dal Comitato internazionale della Croce Rossa, tra Huthi pro-iraniani e governativi filo-sauditi per lo scambio di circa 900 prigionieri di guerra. Le trattative di Berna erano in corso da mesi, già prima che la Cina riuscisse lo scorso 10 marzo a concludere l'accordo, definito "storico", per la ripresa dei rapporti diplomatici bilaterali tra Arabia Saudita e Iran.

Le due potenze regionali storicamente rivali, sono coinvolte in tutti i conflitti armati in corso nell'area: come quello siriano e quello yemenita. E sostengono a diversi livelli attori di spicco nei vari confronti politico-istituzionali del Medio Oriente, come quello in Iraq e quello in Libano. L'accordo in Svizzera, che sarà attuato nelle prossime tre settimane e a cui dovrebbe seguire un altro negoziato a metà maggio, aveva fatto pensare che il disgelo saudita-iraniano avesse dato un ulteriore stimolo alla riduzione delle violenze armate in Yemen. Ma non è stato così.


Tombe di soldati a Sana’a (Keystone)

Nessuna tregua

Gli scontri delle ultime ore dimostrano che gli attori locali, affiliati alle diverse potenze regionali, hanno ancora le polveri calde. La regione di Marib, ricca di risorse energetiche, rimane in larga parte una roccaforte lealista, ma è da tempo sotto attacco da parte degli Huthi, padroni delle regioni centro-settentrionali e della capitale Sanaa dal 2014.

Nel devastato Yemen, dove gli Stati Uniti conducono da anni una guerra senza quartiere contro l'ala locale di al Qaida presente nelle regioni centro-orientali, in questi nove anni di guerra nelle province centrali e occidentali, secondo l'Onu centinaia di migliaia di persone sono morte e diversi milioni di abitanti sono stati costretti ad abbandonare le loro case.

Le riaperture

Grazie alla mediazione cinese e dopo una mediazione dell'Iraq e dell'Oman, Riad e Teheran si sono accordate di riaprire le rispettive ambasciate entro maggio. L'Iran ha in questi giorni compiuto simili passi di riavvicinamento con gli Emirati Arabi Uniti, altra potenza del Golfo coinvolta direttamente nella guerra in Yemen. Gli analisti affermano che proprio nel contesto di un negoziato su larga scala e articolato nel medio e lungo termine, gli attori regionali e quelli locali sono interessati a mantenere aperte sia le opzioni diplomatiche che quelle militari. L'eventuale presa da parte degli Huthi dell'area di Marib consentirebbe al fronte filo-iraniano di trattare con maggior forza con le controparti lealiste, appoggiate da Riad e da Abu Dhabi.

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