israele

Una traduttrice sfida Netanyahu

Il premier arriva a Roma, ma l’interprete si rifiuta di prestargli la voce. Continuano le proteste in patria per la riforma giudiziaria

Le proteste di piazza contro Netanyahu (Keystone)

I riflessi della crisi politica in Israele con un Paese spaccato a metà sulla contestata riforma giudiziaria del governo di destra di Benyamin Netanyahu si riverberano fino a Roma. A testimoniare il disagio che, fuori dai confini nazionali, serpeggia nelle comunità ebraiche della diaspora (e non solo), da oggi c’è anche il rifiuto di una traduttrice di fare da interprete nell’incontro che il premier ha in programma domani sera nella Sinagoga di Roma all’inizio della sua visita ufficiale in Italia. Incontro che precede quello del giorno dopo, venerdì, con Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, primo faccia a faccia tra i due leader.

Le parole

"Dopo una lunga riflessione - ha detto la traduttrice Olga Dalia Padoa dopo un post diffuso su Facebook - ho deciso di rifiutare. Non solo non condivido le opinioni politiche del premier ma penso anche che la sua leadership sia estremamente pericolosa"

Così ha declinato la proposta di lavoro fattale dall’ambasciata israeliana a Roma. Una mossa, ha spiegato ancora l’interprete, che intende richiamarsi al "movimento di resistenza civile" in corso in Israele.

L’aeroporto

Lo stesso che domani - in quello che ha chiamato il ‘Giorno nazionale di resistenza’ - ha in programma una serie di proteste in tutto il Paese e soprattutto attorno all’aeroporto di Ben Gurion, da dove il premier volerà per Roma. Obiettivo conclamato delle manifestazioni attorno allo scalo è quello - hanno riferito gli organizzatori - di impedire la partenza del premier accusato di lasciare il Paese "per un altro week-end" in un momento di grave crisi costituzionale.

Ancora in attesa dalla sua rielezione di recarsi negli Usa - contrariati per usare un eufemismo dalla presenza di alcuni ministri estremisti nell’esecutivo a Gerusalemme e dalla tensione con i palestinesi in Cisgiordania - Netanyahu sembra puntare molto sull’Europa. Con il suo viaggio romano il premier ha intenzione infatti di allargare e irrobustire i legami con i leader europei, un percorso già avviato con la visita a Macron a Parigi e che nelle prossime settimane proseguirà con la tappa a Berlino dal cancelliere Olaf Scholz. Sul tavolo anche il difficile quadro economico del Paese, segnato dal rialzo dell’inflazione e da una fuga dei capitali provocata - a giudizio dei suoi critici - dall’incertezza che i mercati intravedono con gli effetti della riforma giudiziaria.

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