Estero

I frammenti del Partenone tornano dal Vaticano ad Atene

Mercoledì 8 marzo i reperti custoditi nei Musei Vaticani partiranno per la Grecia, come annunciato in dicembre dal Papa

5 marzo 2023
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La geopolitica di Papa Francesco passa anche per la diplomazia dell’arte: mercoledì 8 marzo partiranno dal Vaticano i frammenti del Partenone, custoditi nei Musei, verso la Grecia. Una restituzione che fa parte del rispetto delle culture e dei popoli richiamata sempre dal Pontefice. Un gesto, quello nei confronti della Grecia, che segue di pochi mesi quello della restituzione di tre antiche mummie, sempre dei Musei Vaticani, al Perù.

Il Papa aveva annunciato la restituzione dei frammenti del Partenone a metà dicembre. Per questo domani voleranno a Roma – a riferirlo è oggi la stampa ellenica – il ministro greco della Cultura, Lina Mendoni, e il direttore generale del Museo dell’Acropoli, Nikolaos Stampolidis. La firma degli accordi necessari avverrà martedì 7 marzo e l’8 i frammenti saranno trasferiti al Museo dell’Acropoli. Si tratta di frammenti del frontone, del fregio e di una metope del Partenone, conservati, fin dall’Ottocento, nelle raccolte dei Musei Vaticani. Nella decisione della restituzione ha avuto un ruolo anche il Patriarca ecumenico Bartolomeo. Un cambio di rotta dunque rispetto alle politiche del passato: nel 2007 il Vaticano aveva negato nettamente questa restituzione spiegando che nel patrimonio culturale esiste una proprietà territoriale ma anche una proprietà culturale acquisita e si faceva l’esempio proprio del Partenone al British di Londra o della Gioconda al Louvre di Parigi.

A distanza di sedici anni Francesco – che oggi ha anche citato la Grecia all’Angelus esprimendo la sua solidarietà per l’incidente ferroviario – cambia impostazione. Ad ottobre dello scorso anno, quando i Musei restituirono le tre antiche mummie, dal Vaticano spiegarono che il gesto rispondeva allo "spirito di integrazione fra le culture". Un capitolo aperto è invece quello relativo ad un antico kayak da caccia di legno e pelle di foca lungo oltre quattro metri e appartenuto due secoli fa a membri delle popolazioni Inuvialuit dell’Artico canadese. I nativi del Canada, alla vigilia del viaggio del Papa nel Paese la scorsa estate, ne hanno infatti chiesto la restituzione. Il Vaticano ha espresso la disponibilità a collaborare, anche grazie alla mediazione della Conferenza episcopale canadese. Sulle richieste aperte c’è anche quella del Messico che invoca la restituzione di alcuni codici storici precolombiani custoditi nei Musei Vaticani, incluso il Codice Borgia, un lungo manoscritto su pelle animale che descrive riti religiosi e divinatori dell’antico Messico e la pianta dell’antica capitale azteca, Tenochtitlan.

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