Estero

Il cancelliere Scholz vola da Biden, ‘visita di lavoro’

Intanto gli Usa annunciano Un altro pacchetto di aiuti militari all’Ucraina, per 400 milioni di dollari

(Keystone)
3 marzo 2023
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Il cancelliere tedesco Olaf Scholz è volato dal presidente statunitense Joe Biden per discutere del conflitto ucraino, mentre gli Usa hanno annunciato un altro pacchetto di aiuti militari a Kiev da 400 milioni di dollari (372,6 milioni di franchi).

"Gli Usa e la Germania si stanno muovendo di pari passo sull’Ucraina e stanno rendendo più forte la Nato", ha esordito il presidente americano nello studio Ovale, elogiando il forte contributo materiale e morale tedesco alla causa ucraina. "È molto importante mandare il messaggio che gli alleati continueranno a sostenere Kiev finché necessario", gli ha fatto eco Scholz, dicendosi soddisfatto delle relazioni tra Usa, Germania, Ue e Nato.

La visita segue di pochi giorni il primo anniversario dell’invasione russa e avviene a poco più di un anno dall’ultima visita del cancelliere a Washington, quando era il leader europeo più restio a farsi coinvolgere in una crisi che non era ancora sfociata in guerra. Poi si è allineato, ma sempre un passo indietro rispetto al fronte dell’Europa nordorientale, come dimostra la vicenda dei carri armati Leopard, concessi solo dopo la copertura americana degli Abrams.

Interrogativi in Germania

Lo scopo di questa sua seconda "tranquilla visita di lavoro" con Biden ha suscitato più di un interrogativo, compresa "la speculazione che discuteranno questioni difficili su come porre fine alla guerra", ha scritto il quotidiano The New York Times (Nyt), sottolineando che si tratta di una missione senza fanfare: niente cene di Stato, niente stampa al seguito, niente conferenza stampa finale. E solo una riga dall’ufficio stampa del cancelliere per annunciarla, indicando come unico tema di discussione il conflitto in Ucraina, anche se la Casa Bianca ha poi aggiunto le sfide poste dalla Cina e la cooperazione nell’Indo-Pacifico.

Alla vigilia della partenza, Scholz non ha risposto neppure all’opposizione che chiedeva conto della visita: "Qual è lo scopo del suo viaggio a Washington? Perché va lì? In realtà avrebbe dovuto spiegarlo qui", lo aveva incalzato in parlamento Friedrich Merz, il leader del principale partito di opposizione tedesco, i cristiano democratici.

La "natura tranquilla della visita", riferisce il Nyt, ha portato alcuni all’interno dei circoli di politica estera di Berlino a chiedersi se sia un riflesso di un crescente senso di urgenza, su entrambe le sponde dell’Atlantico, per trovare una nuova roadmap per porre fine al conflitto in Ucraina.

In Europa e a Washington, sempre secondo il quotidiano, ci sono crescenti speculazioni secondo cui, nonostante le dichiarazioni pubbliche di sostegno a Kiev "per tutto il tempo necessario", come ha assicurato lo stesso Scholz, alcuni leader occidentali hanno iniziato a preoccuparsi di quanto possa durare un fronte forte e unito.

Tra ripetute proteste che sabato scorso hanno radunato circa 13’000 persone a Berlino e i timori di alcuni leader europei sulla tenuta del sostegno degli Usa durante la campagna presidenziale di fatto già cominciata, con una parte (minoritaria) dei repubblicani scettica sugli aiuti a Kiev.

E anche la visita la prossima settimana alla Casa Bianca della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, dovrebbe servire a testare gli umori del Vecchio continente su Kiev. L’amministrazione di Biden, secondo alcuni analisti americani, vorrebbe incoraggiare Berlino ad agire in coordinamento con gli alleati europei senza attendere sempre la copertura di Washington. Ma Scholz per ora si è sempre fatto scudo degli Usa. Nell’agenda dei due leader anche le sfide poste dalla Cina, compreso il timore che possa fornire armi a Mosca.

Continuano intanto gli aiuti militari americani a Kiev: l’ultima tranche da 400 milioni di dollari, la 33esima, comprende razzi per i sistemi di difesa antiaerea Himars e Howitzers, munizioni per i veicoli da combattimento Bradley e veicoli gettaponte corazzati. Biden spera che anche gli europei continuino a garantire sostanziali aiuti militari.

Rimosso a Biden tumore della pelle

Nel frattempo si è appreso che il 16 febbraio, nell’ambito dei controlli annuali, al presidente degli Usa Joe Biden è stato prelevato del tessuto cutaneo dal petto: la biopsia ha rivelato che si trattava di un basalioma. "Tutto il tessuto cancerogeno è stato rimosso con successo. Non sono richiesti ulteriori trattamenti". Lo afferma il medico del presidente Kevin O’Connnor, sottolineando che il basalioma non tende a espandersi o a produrre metastasi come altri più pericolosi tipi di cancro alla pelle.

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