Italia

Naufragio di migranti: una tragedia (non) prevedibile?

È polemica sul ministro Salvini. Mentre la Guardia costiera e la Guardia di finanza presentano le loro giustificazioni. Aperta un’inchiesta

Una tragedia
(Keystone)
2 marzo 2023
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Un tragico errore di valutazione, un intervento ipotizzato troppo tardi. Sembrerebbe non sia vero, come ha sostenuto il ministro Matteo Salvini, che la Guardia costiera è stata informata quando il barcone, partito dalla Turchia, era già naufragato sulla secca di Cutro in Calabria. Il centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo di Roma, come riportato dal quotidiano ‘la Repubblica’, informato prima da Frontex di quel barcone individuato a 40 miglia dalle coste calabresi e poi dalla Guardia di finanza dell’impossibilità di raggiungerlo per le cattive condizioni meteo, non ha ritenuto di aprire un evento Sar.

Di posizione opposta la Guardia costiera. Il naufragio avvenuto in Calabria, è "una tragedia non prevedibile alla luce delle informazioni che pervenivano". Lo ha detto il portavoce Cosimo Nicastro: "Gli elementi di cui eravamo a conoscenza noi e la Guardia di finanza – ha aggiunto – non facevano presupporre che ci fosse una situazione di pericolo per gli occupanti. Non erano arrivate segnalazioni telefoniche né da bordo né dai familiari. E allo stesso tempo la barca, partita 4 giorni prima dalla Turchia, non aveva riportato alcuna informazione alle altre omologhe organizzazioni di guardia costiera che ha attraversato".

Convalidato il fermo di due scafisti

Il gip del Tribunale di Crotone ha convalidato il fermo di due scafisti della barca che si è schiantata sulla costa di Cutro causando la morte di 67 persone. I due, un turco di 50 anni e un pakistano di 25 anni, sono stati fermati nella giornata di lunedì insieme ad un giovane di 17 anni, per il quale procede il Tribunale dei minorenni di Catanzaro che ha fissato l’udienza di convalida domani. Il gip Michele Ciociola ha disposto la misura cautelare in carcere per i due che sono indagati di favoreggiamento all’immigrazione clandestina, naufragio colposo e lesioni. Un quarto scafista risulta indagato ma al momento è irreperibile.

Sale intanto a 67 il numero delle vittime. L’ultimo corpo, in ordine di tempo, a essere stato recuperato dai soccorritori che stanno operando nella zona della tragedia, è quello di una bambina.

Le ultime ore

Sono 2 carabinieri del radiomobile della Compagnia di Crotone i primi ad intervenire, alle 4.30, dopo il naufragio del barcone carico di migranti. I militari hanno salvato due persone e recuperato 17 corpi. "Ci siamo avvicinati, immergendoci in acqua, notando la presenza di due corpi privi di conoscenza, sotto l’imbarcazione ed in pericolo di essere schiacciati... Una donna era già deceduta, mentre un uomo era in sofferenza respiratoria" si legge nella relazione agli atti dell’inchiesta. Solo dopo sono arrivati alcuni pescatori, e, successivamente, 118, Gdf, polizia, Guardia costiera e personale del Centro di accoglienza.

"Perché non siamo usciti? Non è così il discorso. Dovreste conoscere i piani, gli accordi che ci sono a livello ministeriale. Le nostre regole di ingaggio sono una ricostruzione molto complessa non da fare per articoli di stampa. Ci sarebbe bisogno di specificare molte cose su come funziona il dispositivo per il plottaggio dei migranti, da che arrivano nelle acque territoriali a che poi debbano essere scortati o accolti: le operazioni le conduce la Gdf finché non diventano Sar. In questo caso la dinamica è da verificare". Così il comandante della capitaneria di porto di Crotone Vittorio Aloi.

La ricostruzione dei fatti

"A noi risulta che domenica il mare fosse forza 4 ma motovedette più grandi avrebbero potuto navigare anche con mare forza 8. A noi non è giunto nessun allarme? Ripeto, adesso c’è un intricato discorso di ricostruzione dei fatti del quale non posso parlare e non mi posso permettere di anticipare le conclusioni perché non ci siamo nemmeno arrivati. Stiamo rifacendo tutto il percorso dei fatti e poi riferiremo all’autorità giudiziaria", ha aggiunto Aloi.

"Crediamo di avere operato anche in questo caso secondo le nostre regole d’ingaggio. Ci dispiace soltanto leggere sui giornali che non abbiamo fatto il soccorso. Comprendiamo che ne puoi salvare 100mila ma poi è quell’unico ragazzino o bambino o famiglia che non riesci a salvare che fa sembrare inutile il tuo lavoro. Non si tratta di burocrazia e di qualunque esperienza si può fare tesoro. Vedremo alla fine delle indagini che non sono solo penali ma anche interne e amministrative. Sono provato umanamente ma professionalmente sono a posto". Così ancora il comandante: "Sarebbe troppo lungo specificare quali sono le nostre regole di ingaggio e non si possono fare in sintesi anche perché sono spesso regole che non promanano dal ministero a cui appartengo, promanano da quello dell’Interno. È una ricostruzione molto complessa".

Inchiesta aperta

La Procura della Repubblica di Crotone ha chiesto nel frattempo alla Guardia costiera e alla Guardia di finanza gli atti relativi alla loro attività nelle ore antecedenti al naufragio, di domenica scorsa, del barcone di migranti. Lo si è appreso in ambienti vicino alle indagini. I magistrati, secondo quanto si apprende, delegheranno nelle prossime ore gli accertamenti ai carabinieri.

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