Dopo il parlamento, anche i nazionalisti accusano il leader serbo di tradimento sulla questione del Kosovo. Nella piazza di Belgrado uova e slogan ostili
Alta tensione ieri in serata a Belgrado per una manifestazione di estremisti di destra contro il presidente serbo Aleksandar Vucic, accusato di tradimento sulla questione del Kosovo. I dimostranti – scesi in piazza nella giornata della Festa nazionale serba – si sono prima radunati davanti alla statua dello zar Nicola secondo, nel centro della capitale lungo la via Kralja Milana, dirigendosi poi verso il vicino palazzo della presidenza, dove hanno scandito slogan ostili a Vucic.
Vi è stato un lancio di uova e altri oggetti verso l’edificio e alcuni facinorosi hanno tentato di scavalcare la recinzione a protezione della presidenza. La polizia è intervenuta in forze formando rapidamente un massiccio cordone e respingendo i manifestanti più violenti.
Obiettivo della protesta, insieme a Vucic, il piano di accordo sul Kosovo messo a punto da Francia e Germania e fatto proprio dalla Ue. Un piano che secondo i manifestanti è stato accettato da Vucic, accusato per questo di voler svendere il Kosovo e tradire gli interessi nazionali della Serbia.
Sono state lanciate minacce all’indirizzo del presidente, con la richiesta di sue immediate dimissioni. "Serbia, Russia - non abbiamo bisogno della Ue", hanno scandito a lungo i dimostranti, che hanno anche bruciato una bandiera dell’Unione europea. Alcuni erano mascherati, altri mostravano simboli del gruppo Wagner, la formazione di mercenari e paramilitari russi impegnati a sostegno di Mosca nel conflitto armato in Ucraina.
Ferma la condanna delle massime autorità di Belgrado. Il primo vicepremier e ministro degli Esteri Ivica Dacic ha parlato apertamente di attentato alle istituzioni e tentativo di colpo di Stato, con minacce di morte verso Vucic, mentre il presidente, in un breve discorso, ha stigmatizzato l’azione violenta da parte di gruppi estremisti, assicurando al tempo stesso sulla capacità dello Stato di respingere ogni tentativo di eversione. I responsabili, ha detto, dovranno rispondere delle loro azioni secondo le legge.