Estero

Il treno segreto di Vladimir Putin

Il presidente russo si sposta su un convoglio blindato e i cui itinerari sono tenuti top secret. Ma non è il primo leader ad avere un treno tutto per sé

Vladimir Putin su un treno delle ferrovie russe (Keystone)
14 febbraio 2023
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Una volta c’era il treno di Trotsky, con all’interno una stazione telegrafica, una biblioteca, una tipografia (dove veniva stampato il giornale V Puti) e un garage per automobili. Poi arrivò quello di Stalin: lo portava a spasso per le sue dacie attraverso l’Unione Sovietica, per ogni dacia un percorso nascosto, con binari che ufficialmente non esistevano, protetti da sguardi indiscreti dagli uomini dell’Armata Rossa.

Stalin, Tito e gli altri

Ossessionato dalla paura di essere ucciso, Stalin faceva preparare tutto come se stesse arrivando in ognuna delle sue dacie, poi ne sceglieva una e da lì teneva un treno pronto per andarsene o fuggire (in quella sul mare a Novy Afon, in Abkhazia, aveva anche un tunnel segreto dove poteva arrivare in pochi secondi su una barca già predisposta). Ai tempi di Stalin venne fuori anche la leggenda della metro 2, una presunta rete di linee sotterranee segrete che avrebbero collegato il Cremlino ad alcuni siti strategici della capitale.

Hitler aveva un treno-bunker chiamato Amerika, che veniva usato per trasportare sé stesso e le prime linee del potere nazista. Anche la Jugoslavia aveva il suo treno di Stato, quello di Tito: blu e con tutti i simboli del Paese in vista, non veniva nascosto, ma esibito e serviva al leader jugoslavo per viaggiare con tutti i comfort e ospitare i presidenti e i dignitari di altri Paesi: era una vetrina, insomma, l’esatto contrario di quello di Stalin. Il destino ha voluto che la Serbia, dopo la dissoluzione della Jugoslavia, lo nascondesse in un deposito nella periferia di Belgrado, dove si può vedere in mezzo ai cani randagi e una guida che preferirebbe fare altro.


L’esterno del treno di Tito, fermo in un deposito di Belgrado (R. Scarcella)

Stazioni riservate

Sembrava essere finita con la Guerra Fredda e con il secolo breve la mania del treno del leader. E invece nella Russia di Putin c’è un treno blindato che usa linee e stazioni segrete riservate solo a lui: sarebbe questo, secondo le notizie pubblicate da due testate investigative russe, il mezzo preferito dallo zar per muoversi da Mosca e raggiungere le sue residenze fuori dalla capitale. Un mezzo considerato più sicuro dell’aereo e quindi privilegiato fin dai mesi precedenti l’inizio dell’operazione militare in Ucraina, un anno fa.

Già nel 2012 il servizio stampa del Cremlino aveva diffuso una foto di Putin a bordo del convoglio. Ma una nuova versione migliorata sarebbe stata costruita tra il 2014 e il 2015, secondo quanto scrive il sito Dossier, fondato dall’oligarca Mikhail Khodorkovsky.

Cosa c’è dentro

Secondo Dossier, che cita una fonte vicina a Putin, il treno è quasi indistinguibile dai normali convogli delle Ferrovie russe, dello stesso colore grigio con una striscia rossa. Ma è caratterizzato appunto dalla presenza di carrozze blindate, dalle antenne per le comunicazioni e dall’uso di un numero maggiore di locomotori. A bordo, oltre a una camera da letto, il presidente avrebbe a disposizione uno studio per le riunioni con i collaboratori e un vagone adibito alle comunicazioni speciali. Dossier riferisce che Putin ha cominciato a usare sempre più spesso il convoglio speciale fin dall’autunno del 2021. E ora un’inchiesta separata del sito Project indica che per i suoi spostamenti usa stazioni a lui riservate. Immagini satellitari ne mostrerebbero infatti una protetta da speciali barriere ed equipaggiata con diverse telecamere di sorveglianza a poca distanza dalla residenza ufficiale del presidente a Novo-Ogaryovo, fuori Mosca, un’altra nei pressi della sua residenza estiva a Bocharov Ruchey, vicino a Sochi sul Mar Nero, e una terza non lontano da quella di Valdai, a metà strada tra la capitale e San Pietroburgo.

Secondo la stessa fonte, quando non è in movimento il treno sarebbe custodito in una sezione superprotetta della stazione Kalanchyovskaya, nell’area centrale di Mosca. Chissà se ha ufficialmente un nome, questo treno superblindato. Quello di Trotsky ne aveva uno: "Treno della Vittoria". A dispetto del nome, alla fine, non gli andò molto bene.


L’ufficio di Tito dentro al treno (R. Scarcella)

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