medio oriente

Netanyahu vuole più insediamenti

Arriva Blinken mentre vengono varate le nuove norme antiterrorismo dopo il massacro di Jenin e la risposta palestinese con i morti in sinagoga

Benjamin Netanyahu (Keystone)
29 gennaio 2023
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Linea dura di Israele contro il terrorismo dopo gli attentati di Gerusalemme: il governo di destra di Benyamin Netanyahu ha varato una serie di provvedimenti di "deterrenza" con l’obiettivo di colpire famiglie e fiancheggiatori dei terroristi. Accanto a questo - ha detto lo stesso premier - l’intenzione di intraprendere "passi per rafforzare gli insediamenti" nei Territori che "saranno presentati questa settimana". Una mossa - sostenuta con forza dalla destra radicale degli alleati di governo del premier, Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich - che potrebbe concretizzarsi proprio nell’arco temporale segnato dall’arrivo in Israele e Cisgiordania di Antony Blinken.

La visita

Seppur fissata da tempo, la visita del segretario di stato Usa ha finito per coincidere con l’attuale situazione di altissima tensione tra israeliani e palestinesi. Ed anche se il "rafforzamento" degli insediamenti è stato inserito dal governo Netanyahu nelle misure di reazione agli attentati, è tuttavia nota la posizione dell’amministrazione di Joe Biden a questo riguardo con la scelta della Soluzione a 2 stati.

Varate la notte scorsa dal Consiglio di difesa e adottate questa mattina dal governo, le misure hanno visto come primo atto l’apposizione dei sigilli - senza attendere la ratifica giudiziaria - alle case dei due attentatori palestinesi: quella nel quartiere di Gerusalemme est di A-Tur di Alkam Khairi, autore dell’attacco terroristico nei pressi della sinagoga di Neve Yaacov in cui venerdì sera scorsa sono stati uccisi 7 israeliani, e l’altra nel quartiere di Silwan del 13enne palestinese che ha ferito due israeliani, padre e figlio, sabato mattina nello stesso rione.


Un cartello contro Netanyahu a Tel Aviv (Keystone)

Le altre misure riguardano l’allargamento dei permessi per il porto d’armi, la revoca di residenza e cittadinanza "per le famiglie dei terroristi che sostengono il terrorismo" e il loro trasferimento nel Territorio dell’Autorità palestinese. Così come interventi sui diritti assicurativi ed anche "il licenziamento immediato" senza "bisogno di una udienza" dei lavoratori che hanno sostenuto il terrorismo. Un ventaglio di iniziative su cui alcuni giuristi israeliani hanno espresso riserve.

L’appello del Papa

Intanto Papa Francesco ha fatto "appello ai due governi", israeliano e palestinese, e "alla comunità internazionale" per trovare "subito e senza indugio altre strade" per "il dialogo e la ricerca sincera della pace" contro "la spirale di morte che aumenta di giorno in giorno. Ma la possibile mediazione di Blinken (cominciata in Egitto) è considerata dagli analisti una missione difficile. Arduo al momento far tornare indietro il presidente Abu Mazen - che Blinken vedrà a Ramallah martedì - dalla decisione di fermare l’importantissimo Coordinamento di sicurezza con Israele, annunciato dopo gli scontri armati con l’esercito a Jenin in cui sono stati uccisi 10 palestinesi tra miliziani e civili.

Altrettanto arduo, in questo momento, convincere il governo di Netanyahu - che il segretario di stato Usa vedrà lunedì a Gerusalemme - sugli insediamenti e sulle frange radicali del suo esecutivo riguardo ai diritti civili. Unico punto - che tuttavia sarà il primo nel confronto di lunedì a Gerusalemme, insieme all’Ucraina - è l’Iran. L’intesa sul campo - dopo le visite recenti del Consigliere Jake Sullivan e del capo della Cia William Burns - sembra totale, ma l’obiettivo resta come impedire che Teheran abbia l’arma nucleare.

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