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La risposta palestinese è un attacco alla sinagoga

Uomo apre il fuoco in un rione ortodosso di Gerusalemme: uccise 7 persone. L’attentatore è stato colpito a morte dagli agenti. Hamas esulta.

Assalto con armi da fuoco nel quartiere di Neve Yaakov a Gerusalemme, vicino a una sinagoga
(Keystone)
27 gennaio 2023
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Tel Aviv /Gaza – Un uomo ha aperto il fuoco uccidendo sette persone ieri sera all’uscita da una sinagoga nel quartiere ortodosso di Neve Yaakov a Gerusalemme. Lo riportano la polizia e fonti mediche citate dai media. Almeno altre tre persone sarebbero rimaste ferite in modo grave.

L’autore dell’attentato è un palestinese della parte est della città, ha detto il capo della polizia di Gerusalemme, secondo cui l’uomo ha sparato davanti alla sinagoga del quartiere ortodosso di Neve Yaakov e poi è scappato a bordo di una vettura verso una zona vicina a prevalenza araba della città. Raggiunto dagli agenti – secondo la stessa fonte – ha sparato ai poliziotti prima di essere colpito a sua volta. Mortalmente.

Esultano Hamas e la Jihad islamica

"Una operazione eroica": così la Jihad islamica ha definito l’attacco. Hamas ha affermato che si è trattato di una "vendetta per i morti di Jenin". Riferendosi ai 9 palestinesi rimasti uccisi giovedì nella città della Cisgiordania in scontri con l’esercito e al successivo lancio notturno di razzi verso Israele, il portavoce della Jihad islamica, citato dai media, ha aggiunto che l’attentato "dimostra che si è saldato un fronte unico che include Gerusalemme, la Cisgiordania e Gaza".

Nell’apprendere dell’attentato di Gerusalemme, manifestazioni spontanee di gioia si sono avute in diverse città palestinesi. Cortei di persone in festa sono stati segnalati a Jenin, Nablus e Ramallah. Scene di euforia anche a Gaza City e a Rafah, nel sud della Striscia. Espressioni di entusiasmo popolare anche nel campo profughi palestinese di Shuafat, a Gerusalemme est, che si trova a breve distanza dal rione ortodosso di Neve Yaakov dove è avvenuta la strage. Secondo indiscrezioni raccolte dai media, ma ancora non confermate, è possibile che l’attentatore sia originario di quel campo profughi.

Giornata di apparente calma

Quella tra giovedì e venerdì era stata una notte di tensione nella regione. La maggior parte dei razzi lanciati da Gaza nel Sud di Israele sono stati intercettati dal sistema di difesa antimissili Iron Dome, gli altri sono caduti in zone aperte. In risposta, l’aviazione israeliana ha colpito, a più riprese, obiettivi di Hamas (considerata responsabile di tutto quello che origina da Gaza) nella Striscia. In giornata, tuttavia, era tornata una calma vigile. Una calma che però si rivelerà solo apparente.

La macchina della diplomazia intanto si è messa in moto. Dopo le visite del capo della Cia William Burns e del Consigliere della Sicurezza nazionale Jake Sullivan, ad arrivare lunedì nella regione sarà Antony Blinken. Il segretario di Stato Usa vedrà sia Netanyahu sia il presidente palestinese Abu Mazen, che dopo i fatti di Jenin ha interrotto il vitale coordinamento di sicurezza con Israele. ANSA/RED

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