la guerra in ucraina

Soledar rasa al suolo, la battaglia continua

Zelensky. ‘Ci sono 559 civili intrappolati, tra cui 15 bambini. Faremo di tutto per difenderla’

Case distrutte a Soledar (Keystone)
12 gennaio 2023
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Una città rasa al suolo, dove rimangono intrappolati poche centinaia di civili e soldati russi e ucraini continuano a uccidersi. È questa la sempre più drammatica situazione a Soledar, nel Donbass ucraino, che le truppe di Mosca cercano di conquistare con combattimenti che ormai si svolgono casa per casa. Le immagini satellitari di questo centro minerario dell’oblast di Donetsk, scattate da Maxar Technologies, rivelano palazzi completamente distrutti e crateri prodotti da missili in un paesaggio apocalittico.

Il governatore ucraino della regione, Pavlo Kyrylenko, ha riferito che, dei 10’500 abitanti originari, ne rimangono solo 559, di cui 15 bambini, ma è impossibile evacuarli a causa dei combattimenti. Dal punto di vista militare la situazione è ancora incerta, dopo le affermazioni fatte dal capo delle milizie russe Wagner, Yevgeny Prigozhin, secondo il quale i suoi uomini si erano impadroniti della cittadina.

Il Cremlino lo ha smentito e oggi il portavoce, Dmitry Peskov, si è limitato a parlare di sforzi "eroici" delle truppe di Mosca, avvertendo che però "è troppo presto per fermarsi e fregarsi le mani". Le milizie della Repubblica di Donetsk, annessa nel settembre scorso dalla Russia, affermano che nel centro di Soledar rimangono solo alcune "sacche di resistenza" delle forze di Kiev.


La bara di un soldato ucraino ucciso (Keystone)

Ma un noto blogger militare ucraino filorusso, Yuri Poldolyaka, racconta una storia diversa. Secondo lui gli ucraini starebbero facendo affluire rinforzi da Kramatorsk, a ovest di Soledar, e da Lyman, a nord. Mentre in città vi sarebbero soldati di Kiev che hanno rifiutato di arrendersi nascondendosi nelle miniere di sale. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, presiedendo una riunione dei vertici militari, ha assicurato che le unità schierate a protezione di Soledar e della vicina Bakhmut "saranno fornite di munizioni e di tutto il necessario in modo tempestivo e senza interruzioni". Peskov ha ribadito che la conquista di tutto il territorio della regione di Donetsk, oltre a quello della vicina Lugansk anch’essa annessa alla Russia, rimangono tra i principali obiettivi dell’operazione militare di Mosca. E secondo lo stato maggiore ucraino dopo il Donbass le forze russe potrebbero cercare di portare la loro offensiva più a ovest, nella regione di Zaporizhzhia.

Cambio di strategia

A dimostrare che Mosca si prepara a un conflitto prolungato è stata la ristrutturazione dei vertici militari, con la nomina del capo di stato maggiore Valery Gerasimov a comandante non solo delle operazioni sul campo, ma anche delle attività per assicurare le forniture di armi e logistica alle truppe. Il ministero della Difesa russo, tra l’altro, ha ricevuto un altro lotto di carri armati T-90M Proryv dalla società Uralvagonzavod del gruppo Rostec. Mentre il presidente della commissione Difesa della Duma, Andrey Kartapolov, ha detto che potrebbe essere avviato già da quest’anno un progetto per innalzare da 27 a 30 anni l’età massima per la coscrizione nelle forze armate.

Intanto centinaia di chilometri a ovest di Soledar, al confine settentrionale ucraino con la Bielorussia, rimane la tensione per un possibile attacco delle truppe di Mosca e Minsk, che dallo scorso ottobre stanno addestrando una forza congiunta. Un motivo di allarme per Kiev è la visita fatta oggi a questi soldati dal generale Oleg Salyukov, comandante delle forze di terra russe, nominato ieri tra i vice del comandante Gerasimov per la campagna d’Ucraina.

Di una possibile invasione da nord aveva parlato alcuni giorni fa il presidente ucraino Zelensky durante una visita a Leopoli. Ma secondo alcuni osservatori potrebbe trattarsi di una mossa tattica di Mosca per costringere gli ucraini a tenere impegnate molte delle loro truppe al confine settentrionale, distogliendole dal fronte orientale. Sul fronte diplomatico, una fonte governativa turca ha annunciato che il presidente Recep Tayyip Erdogan ha in programma colloqui telefonici venerdì e sabato con Putin e Zelensky in merito alla possibile apertura di un "corridoio umanitario" per l’Ucraina.

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