Estero

Teheran non arretra, ‘pene esemplari per chi protesta’

Il regime non arretra: da settembre oltre 1’200 marce di protesta in 161 città. L’Iran convoca l’ambasciatore d’Italia

Le proteste continuano
(Keystone)
29 dicembre 2022
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Roma – Il regime iraniano non arretra. Anzi, intende infliggere ai manifestanti arrestati durante le proteste punizioni esemplari, o meglio, "deterrenti". Ma anche i dimostranti non sembrano intenzionati a mollare, considerato che da settembre, si sono svolte più di 1’200 marce di protesta in 161 città, afferma l’agenzia di stampa iraniana degli attivisti per i diritti umani Hrana, secondo la quale, fino allo scorso 7 dicembre, sono 508 le persone uccise e tra di esse almeno 69 bambini. Uno scenario che ha indotto la premier Giorgia Meloni ad affermare con forza che per l’Italia quanto sta accadendo in Iran "è inaccettabile, e non intendiamo tollerarlo oltre" e che se le repressioni "non dovessero cessare e non si dovesse tornare indietro, l’atteggiamento dell’Italia dovrà cambiare".

Poche ore dopo, il ministero degli Esteri iraniano ha convocato l’ambasciatore italiano a Teheran, Giuseppe Perrone, per comunicargli "la forte protesta dell’Iran per gli atti e le osservazioni di alcuni funzionari italiani che continuano a intervenire negli affari interni dell’Iran". Un passo che segue la convocazione dell’ambasciatore iraniano in Italia ieri alla Farnesina, dove il ministro degli Esteri Antonio Tajani gli ha espresso "l’indignazione e la preoccupazione dell’Italia per quanto sta accadendo nel Paese". Nel suo ultimo aggiornamento, l’agenzia Hrana stima inoltre che il numero di persone arrestate finora è superiore a 18’000. E come se non bastassero le condanne a morte già comminate ed eseguite, Il capo della magistratura iraniana Gholamhossein Mohseni Ajeei ha chiesto, nel corso della riunione del Consiglio supremo, "punizioni deterrenti" per che viola la legge con le manifestazioni non autorizzate. E non solo, le punizioni devono essere inflitte il prima possibile, affinché il messaggio, oltre a essere ben chiaro, sia anche il più possibile tempestivo.

"I colleghi magistrati – ha detto – dovrebbero agire quanto prima per cercare di punire gli elementi che causano disordini". In questo quadro, sembra aver segnato un punto di svolta la vicenda della campionessa di scacchi Sara Khadim al-Sharia, che ha preso parte al Campionato mondiale 2022 in Kazakistan senza indossare l’hijab obbligatorio. Secondo quanto hanno riferito al quotidiano spagnolo ‘El Pais’ due fonti a lei vicina, la giovane intende trasferirsi in Spagna, dove possiede un appartamento. Le fonti hanno inoltre precisato di non sapere se la campionessa – che è sposata e ha una figlia – abbia già ottenuto un permesso di soggiorno spagnolo grazie alla sua proprietà, o se abbia chiesto o intenda chiedere asilo politico.

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