Coronavirus, a tre anni di distanza dal ‘paziente 0’ il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres fa il punto della situazione
«Tre anni fa, in questi giorni, il virus Covid-19 è stato rilevato per la prima volta». Lo ha ricordato il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, che ha sottolineato come dalla sua prima apparizione a Wuhan, in Cina, il 31 dicembre 2019, «i costi della pandemia hanno raggiunto un livello catastrofico».
«Milioni di vite sono state perse e centinaia di milioni di persone si sono ammalate. Le economie sono state messe in ginocchio, i sistemi sanitari messi a dura prova e miliardi di dollari sono stati inghiottiti».
«Da parte loro, i Paesi in via di sviluppo sono stati spesso lasciati a sé stessi, tristemente negati i vaccini, i test o i trattamenti di cui hanno bisogno per proteggere le loro popolazioni», ha affermato.
Secondo Guterres, «come comunità globale, dobbiamo imparare la dura lezione del Covid e investire in modo deciso nella preparazione, nella prevenzione e nella risposta ad altre pandemie». È quindi importante migliorare la sorveglianza per individuare e monitorare da vicino l’evoluzione dei virus con potenziale epidemico, e rendere i sistemi sanitari più resilienti e sostenuti da una copertura sanitaria universale. «Tutti i Paesi devono anche avere un accesso equo a vaccini, trattamenti, diagnostica e tecnologie salvavita».
Il segretario generale dell’Onu ha anche ribadito l’importanza di combattere «la piaga della disinformazione e della pseudoscienza attraverso l’informazione fattuale». Per questo motivo, ha sottolineato, è essenziale rafforzare la consapevolezza, lo scambio di informazioni, le conoscenze scientifiche e le buone pratiche per adottare misure efficaci di prevenzione e risposta a livello locale, nazionale, regionale e globale.
«Una pandemia non può essere combattuta Paese per Paese. Il mondo intero deve unire le forze. Il Covid-19 è stato un campanello d’allarme», ha concluso.