Estero

Cina travolta dal Covid. Xi, ‘proteggere le vite’

Dopo 250 milioni di nuovi casi nei primi 20 giorni di dicembre, interviene Xi con una direttiva che dovrebbe frenare l’ulteriore espansione del virus

(Keystone)
26 dicembre 2022
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Una "campagna sanitaria più mirata" e una "linea di difesa comunitaria" di fronte alla "nuova situazione". Dopo l‘esplosione dei contagi da Covid in Cina con 250 milioni di nuovi casi nei primi 20 giorni di dicembre, interviene Xi Jinping con una direttiva che dovrebbe frenare, con modalità per ora difficilmente comprensibili, l’ulteriore espansione del virus. Il presidente cinese, riporta la tv di Stato, ha rivolto le sue indicazioni ai funzionari di tutto il Paese nel suo primo intervento pubblico dopo il clamoroso allentamento delle restrizioni in seguito alle proteste della gente esasperata dalla gestione militarizzata della politica dello ’zero Covid’.

"Di fronte alla nuova situazione occorre lanciare una campagna sanitaria più mirata, rafforzare una linea di difesa comunitaria per la prevenzione e il controllo delle epidemie e proteggere efficacemente la vita delle persone, la sicurezza e la salute", è la linea di Xi nel momento in cui la Cina registra la curva di infezione più alta a livello mondiale, con alcuni studi che stimano ad almeno un milione il numero di possibili morti per Covid mentre i farmaci scarseggiano nelle farmacie per l’esplosione delle richieste, le strutture sanitarie sono al collasso per l’enorme afflusso di malati in maggioranza anziani e non vaccinati e i crematori non riescono a smaltire la grande quantità di cadaveri.

Un linea di difesa contro il virus che è stata lanciata nello stesso giorno in cui è stata annunciata l’abolizione (dall’8 gennaio) della quarantena per chi arriva dall’estero, sostituita da un test negativo effettuato nelle 48 ore precedenti l’ingresso nel Paese: anche qui un radicale cambio di passo nelle politiche di contenimento dell’infezione. Già in giugno la Cina aveva ridotto della metà la durata della quarantena obbligatoria per i viaggiatori in arrivo: da 21 giorni a 10, e attualmente l’isolamento è di cinque giorni negli appositi hotel più altri tre giorni nel proprio domicilio. Una misura, quella dell’abolizione della quarantena, volta a dare nuovo impulso all’economia penalizzata dalle restrizioni: i confini sono praticamente chiusi dall’inizio del 2020, i collegamenti internazionali sono fortemente ridotti e non vengono rilasciati visti turistici. E’ di due giorni fa, ed è parte della stessa linea d’azione, la decisione di Hong Kong, concordata con Pechino, di riaprire entro metà gennaio il confine con la Cina chiuso da tre anni.

Ma la valutazione della reale incidenza dei contagi, da sempre resa nota con un contagocce a dir poco strabico, diventa ancora più difficile dopo che domenica la Commissione sanitaria nazionale, senza fornire alcuna spiegazione, ha annunciato che non pubblicherà più i dati giornalieri sui casi e sui decessi. D’altra parte le autorità sanitarie avevano ammesso qualche giorno fa che è diventato impossibile per il sistema tracciare il numero di nuovi infetti anche a causa della grande diffusione dei tamponi fai da te il cui risultato raramente viene denunciato. A peggiorare le prospettive di controllo della diffusione del virus, il capodanno cinese che cade il 21 gennaio: è l’appuntamento più importante dell’anno che vede milioni di persone che tradizionalmente si spostano per turismo e altri milioni di lavoratori migranti mettersi in viaggio per riunirsi con le famiglie soprattutto nelle zone rurali, le più a rischio per mancanza di farmaci e strutture.

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