Mali

La giunta blocca le attività di una Ong elvetica

Le autorità del Mali hanno vietato all’Appel de Genève di operare sul territorio nazionale

(Keystone)
17 dicembre 2022
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La giunta al potere in Mali ha vietato all’Appel de Genève, un’organizzazione umanitaria con sede in Svizzera nota per il dialogo con i gruppi armati nell’interesse dei civili, di operare nel Paese. Il divieto giunge dopo quello imposto a fine novembre a tutte le organizzazioni non governative (ong) finanziate o sostenute dalla Francia, comprese quelle che operano in campo umanitario.

Il decreto ministeriale, datato 15 dicembre e pubblicato sulle reti sociali, afferma che "all’associazione straniera Appel de Genève è vietato operare sul territorio nazionale della Repubblica del Mali per aver svolto attività illegali". Il testo non precisa di cosa i militari al potere dall’agosto 2020 stiano accusando l’ong.

Quest’ultima ha indicato in un comunicato di "prendere atto con rammarico" della decisione delle autorità maliane e di aver sospeso le proprie attività a partire dal 15 dicembre. "L’Appel de Genève agisce sempre in piena trasparenza e nel rigoroso rispetto degli obblighi internazionali degli Stati", si legge inoltre sulla nota. L’organizzazione non ha risposto alle domande dell’agenzia France-Presse (Afp) sulle sue attività in Mali.

L’organizzazione lavora per proteggere i civili nelle zone di conflitto, incoraggiando i gruppi armati e le autorità a impegnarsi contro la fame e la violenza sessuale e per la protezione dei bambini e delle missioni mediche. Sostiene di essere attiva in 16 contesti diversi in tutto il mondo e, dalla sua creazione nel 2000, di aver aperto un dialogo umanitario con 170 gruppi armati e autorità.

Violenza jihadista

La ong elvetica ha ottenuto questo impegno per la protezione dei civili e del personale sanitario da un importante attore della crisi maliana, la Coordination des mouvements de l’Azawad (CMA), alla fine di settembre. La CMA è un’alleanza di gruppi prevalentemente tuareg che hanno combattuto lo Stato maliano prima di firmare con esso il cosiddetto accordo di pace di Algeri nel 2015.

Mentre i ribelli indipendentisti hanno firmato la pace, il Mali rimane afflitto dalla diffusione della violenza jihadista e di altre forme di violenza, oltre che da una grave crisi umanitaria ed economica. Il Paese è guidato da militari che stanno mettendo fine ai legami con l’ex alleato francese e i suoi partner per rivolgersi piuttosto ai russi.

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