Estero

Caos in Perù, 800 turisti bloccati a Machu Picchu

L’aeroporto è stato chiuso e il servizio ferroviario sospeso per le proteste legate alla destituzione e l’arresto dell’ex presidente Pedro Castillo

Il noto sito archeologico peruviano
(Keystone)
15 dicembre 2022
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Mentre proseguono le manifestazioni e le proteste contro la destituzione e l’arresto dell’ex presidente Pedro Castillo che hanno provocato finora nove vittime in tutto il Paese, sono circa 800 i turisti bloccati nell’area di Machu Picchu, secondo dati forniti dalle autorità municipali.

Fonti diplomatiche italiane hanno invece riferito che varie decine di cittadini italiani presenti nel Paese, in transito in questi giorni nella regione di Cusco e Machu Picchu sono rimaste bloccate nella zona. Tra loro, anche quattro ragazze che, da martedì scorso, non possono lasciare Checacupe, nell’area di Cusco, considerata una delle zone più calde della protesta.

La situazione dei turisti è complicata anche a causa della chiusura provvisoria dell’aeroporto internazionale di Cusco, ordinata martedì dalle autorità a causa dei persistenti disordini nell’area dello scalo. Sul fronte delle proteste, da segnalare che un manifestante è morto nella regione settentrionale di La Libertad. Si tratta di 51enne travolto da un camion che procedeva a forte velocità su un tratto di strada provinciale liberato per due ore da un blocco realizzato da abitanti della zona.

Sul fronte politico e giudiziario, un plenum del Parlamento ha discusso sull’anticipo delle elezioni generali, mentre un tribunale per le indagini preliminari esaminerà una richiesta della Procura generale di mantenere l’ex presidente Pedro Castillo in custodia cautelare per 18 mesi.

In tale contesto il presidente del Parlamento, José Williams, ha annunciato la proroga del periodo legislativo fino al 28 febbraio per continuare a discutere la proposta di elezioni anticipate al 2023. Un’iniziativa che l’opposizione ha definito come "uno stratagemma" del governo dell’attuale presidente Dina Boluarte per dilatare i tempi e cercare di mantenersi al potere fino al 2024.

Dal canto suo, l’ex presidente Castillo ha chiesto l’intervento della Commissione interamericana dei diritti dell’uomo e dell’Organizzazione degli Stati americani contro l’ipotesi che un tribunale accetti nei suoi confronti la richiesta di custodia cautelare di 18 mesi. In una missiva diffusa via Twitter, Castillo ha sostenuto che "l’abuso, l’umiliazione e il maltrattamento continuano. Oggi tornano a minacciare la mia libertà con una richiesta di 18 mesi di custodia cautelare".

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