Estero

Scandalo all’Europarlamento, Bruxelles conferma gli arresti

Nel frattempo Doha respinge le accuse: ‘Rapporti sempre improntati al rispetto delle leggi internazionali’.

La vicepresidenta greca Eva Kaili
(Keystone)
11 dicembre 2022
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In carcere quattro dei sei fermati nell’ambito delle indagini sulle sospette tangenti dal Qatar all’Europarlamento. La giustizia belga ha convalidato gli arresti di Antonio Panzeri, Francesco Giorgi, Niccolò Figa-Talamanca e della vice presidente del parlamento Ue Eva Kaili in una giornata che ha visto ulteriormente allargarsi l’inchiesta condotta da Michel Claise. A essere perquisita, infatti, è stata l’abitazione di un altro eurodeputato socialista, Marc Tarabella. Mentre dal Qatar è arrivata una prima, netta reazione. "Respingiamo categoricamente qualsiasi tentativo di associarci all’inchiesta", ha dichiarato il ministero degli Esteri di Doha spiegando che i rapporti internazionali qatarini coinvolgono le istituzioni, non le singole persone, e sono improntati al rispetto delle leggi internazionali.

La decisione sulla convalida degli arresti è arrivata, come previsto, a 48 ore dal fermo. L’accusa è quella di partecipazione a organizzazioni criminali, riciclaggio e corruzione. Rilasciati con la condizionale il padre di Kaili e il quarto italiano, Luca Visentini, segretario generale della confederazione internazionale dei sindacati. Nella comunità europea di Bruxelles, nel frattempo, l’imbarazzo cresce. La presidente Metsola è stata costretta a rientrare da Malta e a recarsi di persona al domicilio di Tarabella in quanto la Costituzione belga prevede che un eletto possa essere perquisito solo alla presenza del presidente della Camera di appartenenza. "Il parlamento sta collaborando attivamente e pienamente con le autorità giudiziarie per favorire il corso della giustizia", ha sottolineato Metsola. Ma una cosa è certa: le conseguenze dell’inchiesta andranno ben oltre l’ambito giudiziario. "È un danno di reputazione molto serio. Il parlamento europeo è sempre stato la punta di diamante dal punto di vista dei diritti. È una vicenda vergognosa e intollerabile" e "se sarà confermata potrebbe essere una delle più drammatiche storie di corruzione di questi anni", è stato il severo giudizio del commissario Ue agli Affari Economici Paolo Gentiloni.

Lunedì a Strasburgo si riunirà la plenaria in un clima incandescente. Nel Pe c’è già chi chiede un giro di vite sulla presenza e l’azione dei lobbisti, che a Bruxelles sono tanti, provenienti da tutto il mondo e spesso anche influenti. Dal punto di vista politico, un cono d’ombra potrebbe calare sui socialisti. Manon Aubry, leader del gruppo The Left, ha ricordato come per mesi abbia cercato di portare in aula una risoluzione sul Qatar, trovando l’opposizione innanzitutto del gruppo S&d. E una volta che la risoluzione è finalmente finita nell’agenda della plenaria, la richiesta della sinistra di votarla è passata solo per 16 voti. "È uno scandalo aberrante e riprovevole. Abbiamo chiesto l’attivazione dell’articolo 21 del regolamento del Pe per il decadimento della vicepresidente Kaili e per costituirci parte lesa", ha sottolineato la vice presidente dell’Eurocamera ed esponente del Pd, Pina Picierno. Al momento l’unica eurodeputata coinvolta da misure cautelari (assieme a Giorgi, che è il suo compagno) resta la greca Eva Kaili. Per Tarabella non è scattato nessun fermo ma la commissione di vigilanza del Partito socialista belga lo ha convocato perché dia delle spiegazioni.

All’Eurocamera infine è scattata la corsa all’esame delle votazioni dei diversi gruppi su dossier in qualche modo legati ai Paesi del Golfo. Uno di questi, la liberalizzazione dei visti qatarini, sarebbe dovuto approdare presto in plenaria. Ma ora l’inchiesta complica tutto. Il rischio è che complichi anche i rapporti tra Bruxelles e il Qatar.

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