Estero

Summit in Usa, Biden lancia il G21 con l’Unione Africana

Il presidente americano vorrebbe dare voce al continente che finora è stato rappresentato solo dal Sudafrica

(Keystone)

Joe Biden vuole aggiungere un posto a tavola al G20 e trasformarlo in G21 con l’ingresso come membro permanente dell’Unione Africana, affiancandola alla Ue. Il presidente americano intende dare voce al continente che finora è stato rappresentato solo dal Sudafrica nel salotto più grande dei potenti del Pianeta.

L’annuncio del sostegno americano, ha anticipato la Casa Bianca, verrà fatto durante il summit Usa-leader africani in programma dal 13 al 15 dicembre a Washington, il primo in otto anni dopo quello ospitato da Barack Obama. Coincidenza vuole che nel bel mezzo del vertice il Marocco sarà la prima squadra africana a giocare una semifinale ai Mondiali di calcio, simbolo di un continente che "sta facendo la storia dentro e fuori del campo", come ha twittato il segretario di Stato Antony Blinken.

La mossa di Biden mira a coinvolgere di più l’Africa su temi come il cambiamento climatico, la sicurezza alimentare e la sanità in tempi di pandemia. Ma anche e soprattutto a contrastare la crescente influenza cinese nel continente – dove Pechino ha investito pesantemente e coinvolto decine di Paesi nella sua Belt and Road Initiative –, nonché ad allineare i suoi leader contro Mosca sul conflitto ucraino, spesso cauti per i rischi di ricadute sull’export del grano.

"È ora che l’Africa abbia un posto permanente al tavolo nelle organizzazioni e nelle iniziative internazionali", ha spiegato Judd Devermont, direttore per gli affari africani del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca. "Abbiamo bisogno di più voci africane nei dibattiti internazionali che riguardano l’economia globale, la democrazia, la governance, il climate change, la sanità e la sicurezza", ha aggiunto.

In realtà si tratta anche di una pressante richiesta dell’Unione Africana a seguito dell’annosa frustrazione dei leader di quel continente per essere tagliati fuori dalle discussioni sui problemi globali e sulle crisi che colpiscono i loro Paesi: dall’ultima pandemia (con la carenza di vaccini) alle catastrofi climatiche e all’insicurezza alimentare (aggravata dall’invasione russa) che spesso alimentano le migrazioni di massa in Europa.

Del resto il sistema globale si regge su istituzioni create quasi 80 anni fa, ignorando la voce di un continente che ora invece appare, come riconosce la Casa Bianca, "un player geopolitico chiave": con una delle popolazioni più in crescita e più giovani del Pianeta (1,3 miliardi di persone con un’età media di 19 anni, contro i 38 in Usa e i 44 in Europa), una delle più grandi aree di libero commercio e uno degli ecosistemi più diversi. Senza dimenticare che rappresenta pure uno dei più grandi gruppi regionali di voto all’Onu.

Biden ha invitato 49 dei 55 membri dell’Unione Africana, escludendo quelli che hanno subito derive anticostituzionali (Mali, Sudan, Guinea e Burkina Faso) o con cui gli Usa non hanno piene relazioni diplomatiche (Eritrea). Da martedì comincerà ad ascoltare cosa gli africani chiedono di mettere nell’agenda globale, prima di cominciare a pensare a un vero e proprio viaggio nel continente dove Obama – il cui padre era kenyano – era andato già due volte a questo punto del mandato.

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