Estero

Erdogan lancia offensiva contro i curdi in Iraq e Siria

Un’azione che segue di pochi giorni l’attentato nel centro di Istanbul e che Ankara attribuisce al partito curdo del Pkk e alle milizie del Ypg

Recep Tayyip Erdogan
(Keystone)
20 novembre 2022
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È stata battezzata "Spada ad artiglio", l’offensiva militare lanciata oggi dal presidente turco Erdogan contro le milizie curde in Siria e in Iraq, considerate da Ankara una spina nel fianco, con un bilancio di almeno 31 morti fra le fila dei combattenti.

Un’azione che segue di pochi giorni l’attentato nel centro di Istanbul, che ha provocato la morte di sei persone, e che Ankara – che ha arrestato anche la presunta responsabile – attribuisce proprio al partito curdo del Pkk e alle milizie curde siriane affiliate del Ypg, una formazione armata che negli scorsi anni è stata sostenuta dagli Stati Uniti e da altri Paesi occidentali in funzione anti Isis.

Ore dopo l’offensiva turca, dal territorio siriano sono stati lanciati dei razzi contro un posto di frontiera turco, ferendo almeno tre forze della sicurezza, ha riferito l’agenzia di stampa Anadolu che ha accusato le milizie Ypg.

Il ministero della Difesa di Ankara ha precisato che l’azione militare è stata portata a termine con "successo" e condotta "in conformità con i diritti alla legittima difesa contenuti nell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite" con il fine di "eliminare gli attacchi terroristici" da queste regioni dei due Paesi confinanti. Ma anche "per garantire la sicurezza delle frontiere e di eliminare il terrorismo alla radice".

Gli attacchi, condotti con 50 aerei e 20 droni, hanno preso di mira le basi del Pkk nelle regioni montuose settentrionali dell’Iraq di Kandil, Asos e Hakurk, nonché le basi dello Ypg nelle regioni di Ayn al-Arab (chiamata Kobane in curdo), Tal Rifaat, Jazira e Derik in Siria. Distrutti tutti e 89 gli obiettivi prefissati, tra rifugi, bunker, caverne, tunnel, depositi di munizioni, i cosiddetti quartier generali e i campi di addestramento appartenenti ai miliziani. I militari hanno poi precisato che molti terroristi sono stati neutralizzati, compresi i loro leader, mentre tutti gli aerei impiegati sono tornati "sani e salvi" alle loro basi.

La crociata di Erdogan contro queste formazioni curde si è intrecciata negli ultimi mesi con la richiesta di adesione alla Nato avanzata da Svezia e Finlandia a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina. Di fronte agli aut-aut del leader conservatore turco e nella speranza che Ankara ratifichi la loro richiesta il governo di Stoccolma ha recentemente annunciato un cambio di posizione nei confronti di due movimenti curdi: Ypg e Pyd.

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