La conclusione di un’inchiesta non svela ancora i colpevoli della vicenda del gasdotto, che aveva provocato un rimpatto di accuse tra Russia e Occidente
"Un grave sabotaggio". L’inchiesta svedese conferma i sospetti sulle rotture dei gasdotti Nord Stream 1 e 2, evidenziando che "sono state trovate tracce di esplosivi su diversi oggetti estranei rinvenuti" sul sito.
Una conclusione che tuttavia non svela ancora i colpevoli della vicenda che a fine settembre ha infiammato le tensioni geopolitiche, con un rimpallo di accuse tra Russia e l’Occidente, capitanato dagli Stati Uniti. E che ha aumentato i timori di un inverno duro sul fronte del gas, dopo che Mosca ha chiuso i rubinetti all’Europa in risposta alle sanzioni per la guerra in Ucraina.
"Durante le indagini sulla scena del crimine condotte nel Mar Baltico sono stati raccolti molti reperti e l’area è stata accuratamente analizzata. Le analisi effettuate mostrano residui di esplosivo su diversi oggetti estranei rinvenuti. Il lavoro di analisi avanzata continua per trarre conclusioni più affidabili sull’incidente", ha dichiarato il procuratore svedese Mats Ljungqvist, titolare dell’indagine.
"La collaborazione tra le autorità svedesi e quelle di altri Paesi è eccellente. Per il proseguimento delle indagini preliminari e delle varie collaborazioni in corso è importante poter lavorare in tranquillità", ha aggiunto.
Secondo Ljungqvist, l’indagine preliminare è molto complessa ed estesa e non è ancora chiaro se qualcuno sarà accusato di un reato. Mancano infatti da individuare i responsabili delle quattro rotture nei condotti che trasportano gas tra Russia e Germania attraverso il Baltico, al largo dell’isola danese di Bornholm.
È "molto importante stabilire che vi sia dietro alle esplosioni", ha detto il Cremlino commentando i risultati dell’inchiesta svedese. All’inizio di novembre, Mosca ha accusato la Gran Bretagna di aver "diretto e coordinato" il sabotaggio, affermazioni respinte da Londra e definite parte del "manuale di distrazione dalla realtà" usato dal governo di Vladimir Putin.
L’Ucraina e i Paesi occidentali hanno continuato a puntare il dito contro la Russia per le esplosioni, che oltre ad aver fatto tremare la terra e il mare hanno mostrato quanto l’invasione dell’Ucraina abbia reso vulnerabile l’Europa sul fianco del settore energetico. Spingendo i Paesi del G7 a ribadire "la necessità di proteggere meglio le nostre infrastrutture critiche" durante l’incontro dei ministri degli Interni di ieri e oggi in Germania.
Le esplosioni del Nord Stream sono state descritte dagli esperti come equivalenti a quelle di diverse centinaia di chilogrammi di tritolo. Poco prima della scoperta delle fuoriuscite di gas, i sismologi hanno registrato scosse che assomigliavano a terremoti. E all’inizio di novembre l’operatore di Nord Stream ha dichiarato che circa 250 metri del Nord Stream 1 erano stati distrutti, e che sul fondo del mare sono stati trovati crateri profondi da tre a cinque metri. Le esplosioni hanno provocato una delle peggiori fuoriuscite di gas naturale di sempre, che ha prima invaso il mare e poi creato una nube di metano su mezza Europa.