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Chi è RonDeSantis, lo ‘sfidante’ di Trump

Potrebbe insidiare l’ex presidente nella corsa alla Casa Bianca. Sembra più rassicurante, ma è meglio fare attenzione

(Keystone)

L’uomo che può liberare i repubblicani dall’ingombrante presenza di Donald Trump ha un nome: Ron DeSantis. Il governatore della Florida appena rieletto evidentemente sa come convincere gli elettori: passato quattro anni fa per uno striminzito 0,4% di preferenze (e dopo un riconteggio thrilling), stavolta ha chiuso con un vantaggio sul rivale democratico di quasi 20 punti. Misurare la distanza tra DeSantis e Trump, che hanno iniziato con l’amarsi per poi guardarsi in cagnesco, però non è così semplice, al netto dell’aplomb dell’uno e delle sguaiataggini da saloon dell’altro.

Ci sono due voti che hanno poco a che fare con le elezioni, ma che molto ci dicono di DeSantis e della base del Gop, che lo sta spingendo a una candidatura presidenziale nel 2024: uno gliel’ha dato la famigerata Nra, la lobby delle armi: A+, in una scala che andrebbe da F (il minimo) ad A. Insomma, DeSantis è più che un amico di chi vuole vedere armi dappertutto. Le sue dichiarazioni, d’altronde, somigliano a quelle di uno sceriffo da western: “Limitare il porto d’armi lascerebbe le armi solo in mano ai criminali”, o anche “i posti in cui non si può portare la pistola sono i più pericolosi”. DeSantis vuole chiudere il suo mandato in Florida lasciando in eredità la possibilità di poter andare in giro armati quanto e dove si vuole (e siamo nello stesso Stato della strage di Parkland). L’altro voto che ci aiuta a capire chi è DeSantis gliel’ha dato la Human Rights Campaign, il più grande centro di monitoraggio della comunità Lgbtq+: il voto è “zero”, e la scala - ovviamente - parte da zero. Antiabortista convinto, vuole portare il limite a sei settimane, anche in caso di stupro. Ha fatto anche la guerra a Joe Biden, durante i mesi più caldi della pandemia, emettendo decreti locali in netta contraddizione con le chiusure di Washington: in pratica, in Florida non c’erano restrizioni. Insomma, i punti di contatto con Trump e l’ala più reazionaria e retrograda ci sono tutti.

Resta una vita che sembra uscita dal manuale del perfetto americano vecchio stampo: giovane promessa del baseball e poi capitano della squadra universitaria, nientemeno che a Yale. E studi anche a Harvard, per non scontentare nessuno. Origini umili (bisnonni tutti italiani, madre infermiera, padre che installava apparecchi per i rilevamenti dell’audience tv), cattolico praticante, padre e marito devoto, militare medagliato in Iraq. Rassicurante per molti: l’esatto contrario di Trump, che infatti lo ha già minacciato. “So più cose su di lui di chiunque altro, tranne forse la moglie. Se si candidasse alla presidenza, potrei decidere di raccontare cose poco lusinghiere”. Siamo alle intimidazioni di stampo mafioso. Ma visto che è sempre meglio tenerselo amico, un nemico, Trump, che risiede in Florida, ha già detto di aver votato per lui. R.SC.

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