Estero

La Russia apre alla diplomazia, almeno a parole

Kiev risponde che non è disposta a transigere sul rispetto della sua integrità territoriale. Solo il tempo chiarirà se si tratti di un dialogo tra sordi

(Keystone)
8 novembre 2022
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La Russia "non pone condizioni preliminari" all’apertura di trattative con l’Ucraina, alla quale chiede un atto di "buona volontà". Kiev risponde che non è disposta a transigere sul rispetto della sua "integrità territoriale", e quindi sul ritiro delle forze nemiche. Solo il tempo chiarirà se si tratti di un dialogo tra sordi o mosse pretattiche, ma quel che è certo, perché entrambe le parti lo confermano, è che Washington e Mosca si parlano, almeno per scongiurare incidenti nucleari.

Per quanto riguarda la situazione sul terreno, il banco di prova per un eventuale dialogo sarà la regione meridionale di Kherson, che potrebbe diventare teatro di una battaglia sanguinosa se gli ucraini decideranno di attaccare e se i 30mila soldati russi presenti saranno chiamati a resistere, dopo aver evacuato gran parte dei civili. L’alternativa, auspicata da alcuni, sarebbe il ritiro delle forze di Mosca nell’ambito di un accordo più ampio che riguarderebbe anche l’assetto di altre regioni del Paese.

Nei prossimi giorni ci sarà "una soluzione degli eventi", ha detto Kirill Stremousov, vice capo dell’amministrazione filorussa. Ma al momento non sembra esserci molto spazio per l’ottimismo. Gli ucraini affermano che le truppe di Mosca hanno rafforzato le loro linee difensive con combattenti ceceni e accusano i russi di indossare abiti civili per prepararsi a sparare sui soldati di Kiev facendo credere di essere residenti della città. Da parte loro i russi affermano che in mattinata missili ucraini sono stati lanciati sul villaggio di Kamyshany, alla periferia di Kherson, e che un limitato tentativo di avanzata delle forze di Kiev è stato respinto. Il ministro della Difesa russo, Serghei Shoigu, ha intanto effettuato un’ispezione alle truppe impegnate in Ucraina, ricevendo un rapporto del comandante, il generale Serghei Surovikin. E il vice ministro degli Esteri Andrey Rudenko ha fatto sapere che Mosca sta "studiando" le ultime proposte dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) per creare una zona di sicurezza intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, che le parti si accusano reciprocamente di mettere in pericolo.

Lo stesso Rudenko ha assicurato che Mosca è pronta a negoziati "senza condizioni preliminari". Una proposta alla quale rispondono compatti i dirigenti ucraini, con in testa il presidente Volodymyr Zelensky, che chiedono il ripristino dell’integrità territoriale del Paese, la punizione di "ogni criminale di guerra" e "garanzie che tutto questo non si ripeterà". Ma Russia e Usa fanno sapere che tra di loro i contatti continuano. Non per negoziare sull’Ucraina, sottolinea Rudenko. Mentre il consigliere per la Sicurezza nazionale americano, Jake Sullivan, spiega che l’intento è quello di mantenere aperti i canali di comunicazione necessari a "ridurre la possibilità di catastrofi come il potenziale uso di armi nucleari".

Ma gli appelli per trattative che portino a un cessate il fuoco continuano a levarsi da mezzo mondo. Compresa l’India, il cui ministro degli Esteri Subrahmanyam Jaishankar ha incontrato a Mosca quello russo Serghei Lavrov. Mentre l’agenzia Tass, citando "una fonte in Vaticano", scrive che papa Francesco e i diplomatici della Santa Sede lavorano "per contribuire alla fine del conflitto in Ucraina". Intanto Zelensky, che ha depositato in Parlamento la proposta per estendere legge marziale e mobilitazione generale in Ucraina, si rivolge "a entrambi i partiti del Congresso" Usa esortandoli a mantenere il "costante sostegno" a Kiev indipendentemente dalla maggioranza che emergerà dalle elezioni di Midterm. E il suo ufficio stampa annuncia che la settimana prossima interverrà al vertice del G20 a Bali, probabilmente in modalità online.

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