Estero

Abusi nella sua diocesi: Benedetto XVI si difenderà in giudizio

La vicenda riguarda una denuncia a carico di un prete pedofilo in Baviera: l’ex Papa coinvolto in quanto ai tempi era arcivescovo

(Keystone)
8 novembre 2022
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Mentre in Francia esplode il caso degli 11 vescovi sotto inchiesta per casi di abusi sessuali, una notizia ancora più clamorosa, che coinvolge addirittura il papa emerito Benedetto XVI, arriva dalla Germania. Il 95/enne Joseph Ratzinger, che dalla sua storica rinuncia del febbraio 2013 vive nella quiete dell’ex monastero Mater Ecclesiae, in Vaticano, intende infatti difendersi di fronte a una denuncia sporta al tribunale provinciale di Traunstein, nella Baviera tedesca, nell’ambito dell’inchiesta sugli abusi dei preti pedofili. Lo ha confermato all’agenzia italiana ANSA la portavoce dello stesso tribunale. L’annuncio della difesa di Benedetto XVI per ora "non presenta elementi di contenuto", ha spiegato la portavoce.

La denuncia era stata sporta da un uomo, che ha affermato di aver subito abusi da un prete pedofilo, e coinvolge Ratzinger che era arcivescovo di Monaco e Frisinga quando il religioso fu trasferito nella sua diocesi. Si tratta della nota vicenda del cosiddetto "padre H.", che ora approda nella sede giudiziaria.

L’uomo, che ha riferito di aver subito gli abusi dal prete recidivo H. nella località di Garching an der Alz, ha sporto quattro denunce: oltre al prete già condannato e al Pontefice emerito, sono coinvolti infatti il cardinale Friedrich Wetter, successore di Ratzinger alla guida dell’arcidiocesi, e l’arcidiocesi stessa. Si tratta di un’azione civile, sul piano penale la vicenda non ha più valore.

"Se la Chiesa cattolica e gli imputati - con l’eccezione del noto recidivo H. - si attengono a quello che è costantemente affermato, cioè di mantenere il proprio impegno cristiano e di riconoscere e l’ingiustizia commessa, la causa avrà successo", ha dichiarato alla Dpa l’avvocato del querelante, Andreas Schulz. "Se non lo fanno, il danno alla loro reputazione sarà ancora più grave e la Chiesa cattolica accelererà l’erosione della fede", ha aggiunto. Se l’ex pontefice non si fosse dichiarato disposto alla difesa sarebbe andato incontro a una sentenza in contumacia".

Stando alla Dpa, Ratzinger si è affidato allo studio legale Hogan Lovells. I quattro denunciati hanno chiesto una proroga, ha spiegato la portavoce del tribunale all’ANSA, e hanno tempo fino al 24 gennaio, per argomentare sul piano contenutistico la difesa.

Di accuse a Joseph Ratzinger su "comportamenti erronei" nel gestire casi di preti pedofili a Monaco si parlò già nel corso del pontificato, quando le responsabilità sulla vicenda di "padre H." vennero poi attribuite a un sottoposto. E sono riemerse con più forza nel gennaio scorso dal rapporto indipendente sugli abusi sessuali nell’arcidiocesi bavarese, che lui guidò dal 1977 al 1982. Tra l’altro, in quei giorni l’autodifesa del Papa emerito conobbe uno spiacevole inciampo quando dovette correggere una sua dichiarazione essenziale rilasciata in relazione al dossier.

Contrariamente al suo precedente resoconto, infatti, Ratzinger partecipò alla riunione dell’Ordinariato il 15 gennaio 1980, durante la quale si parlò di un prete della diocesi di Essen che aveva abusato alcuni ragazzi ed era venuto a Monaco per una terapia. Tuttavia, dichiarò il segretario particolare mons, Georg Gaenswein, nell’incontro in questione "non fu presa alcuna decisione circa un incarico pastorale del sacerdote interessato". Piuttosto, la richiesta fu approvata solo per "consentire una sistemazione per l’uomo durante il trattamento terapeutico a Monaco di Baviera".

La questione che restava in piedi, però, era che Benedetto sapeva del prete accusato di pedofilia, anziché il contrario. In seguito, al prete fu affidata la cura delle anime e continuò nei suoi comportamenti. E l’accusa che viene rivolta all’allora arcivescovo Ratzinger è di non aver preso alcun provvedimento affinché ciò non accadesse.

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