Estero

Kiev nazionalizza le industrie-chiave e blinda i cieli

Le statalizzazioni spaziano dall’energia all’aeronautica. Intanto sono 50mila i mobilitati russi già inquadrati nelle unità di combattimento

Blackout a Kiev
(Keystone)
7 novembre 2022
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Le aziende strategiche ucraine nel campo dell’energia, dell’aeronautica e dell’automobilistica nazionalizzate e fatte lavorare 24 ore al giorno per le esigenze delle forze armate. Circa 50mila mobilitati russi già inquadrati nelle unità di combattimento. Ucraina e Russia rafforzano le loro posizioni preparandosi a un inverno che sembra poter congelare le posizioni sul terreno, magari in attesa di un negoziato di cui si parla, o meglio si sussurra, che possa portare a un cessate il fuoco. La Russia "resta aperta" a negoziati con l’Ucraina ma "al momento non vede tale possibilità", perché Kiev ha sancito per legge il divieto di qualsiasi trattativa con Mosca, ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. L’Ucraina sarà pronta a trattative solo quando Mosca ritirerà le sue truppe dal Paese, e quindi non lo farà con il presidente Vladimir Putin, gli ha risposto Mikhaylo Poldolyak, consigliere di Volodymyr Zelensky.

Ma nessuno dei due ha commentato le indiscrezioni uscite nelle ultime ore sui media americani. Quelle del ‘Wall Street Journal’, secondo il quale i consiglieri per la Sicurezza di Putin e del presidente Usa Joe Biden si parlano da mesi. O quelle del ‘Washington Post’, che riferisce di pressioni degli Stati Uniti sul presidente ucraino perché accetti d’intavolare trattative. A sbilanciarsi è stato invece il governo tedesco, secondo la cui portavoce c’è "un’apertura alle trattative da parte degli ucraini", non corrisposta da Mosca.

Quel che è sicuro è che anche sul terreno le parti rimangono trincerate su posizioni che sembrano cristallizzarsi. Da settimane ormai si parla di un possibile tentativo di sfondamento degli ucraini sul fronte di Kherson, nel Sud. Le autorità locali filorusse hanno fatto sapere di avere evacuato dalla sponda destra del Dnepr tutti i civili che hanno accolto l’invito ad andarsene. Ma circa 30mila russi, molti appartenenti alle forze d’élite, rimangono in attesa. E Putin ha detto che 50mila russi arruolati con la recente mobilitazione si sono già uniti alle forze combattenti. Anche Kiev ha annunciato un rafforzamento, soprattutto delle sue difese aeree, con l’arrivo da Usa, Spagna e Norvegia dei nuovi sistemi d’arma Nasams e Aspide, dopo i pesantissimi danni subiti a causa dei bombardamenti missilistici russi in corso da quasi un mese, che hanno distrutto o danneggiato anche il 40% delle centrali elettriche. Per questo le autorità hanno riferito che i blackout d’emergenza saranno necessari per almeno altre due settimane, a condizione che non vi siano nuovi raid.

A questo punto, secondo Kiev, la Russia sta rimanendo a corto di missili e per questo ha già concluso un accordo per acquistarne dall’Iran. Se di ciò vi saranno le prove, la Commissione europea ha minacciato nuove sanzioni a Teheran. Ma proprio nel fronte Ue si è aperta una crepa, con l’Ungheria contraria al nuovo pacchetto di sostegno finanziario per il 2023 che la Commissione è chiamata a discutere questa settimana. Kiev è entrata intanto in una vera economia di guerra, con l’esproprio di diverse aziende quali il produttore di idrocarburi Ukrnafta, il costruttore aeronautico Motor Sich e quello di camion AvtoKraz. Imprese che "saranno gestite dal Ministero della difesa per rispondere alle necessità urgenti delle forze armate", ha spiegato il titolare del dicastero, Oleksii Reznikov. Gli impianti resteranno in funzione 24 ore al giorno e 7 giorni la settimana "per le necessità della difesa dello Stato", ha sottolineato il premier ucraino Denis Shmygal.

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