la guerra in ucraina

Putin ricatta l’Europa: ‘Niente gas se mettete il price cap’

‘Così non superate l’inverno, pronti ad aumentare le forniture’. Allo studio anche un percorso attraverso la Turchia, ma Bruxelles non ci sta

La sede di Gazprom a San Pietroburgo (Keystone)
12 ottobre 2022
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L’arsenale russo per la guerra in Ucraina, sempre più a corto di missili e proiettili, può ancora contare sulla disponibilità pressoché illimitata di un’altra arma, il gas. Vladimir Putin è determinato a sfruttarla al massimo, e per questo ha posto gli europei di fronte all’ennesimo ricatto energetico: le consegne di gas potranno riprendere in grandi quantità, con il Nord Stream 2 o attraverso la Turchia, ma tutti i Paesi che metteranno il price cap resteranno a secco. Con il rischio di "non sopravvivere all’inverno". Mosca "non è più un fornitore affidabile", è stata la lapidaria risposta della Germania, che proprio di un tetto al gas russo si è fatta promotrice all’Ue, presentando una proposta insieme all’Olanda.

In una fase di stallo del conflitto e dopo il rinnovato sostegno occidentale a Kiev, Putin è tornato a pungolare il fronte europeo dove è più vulnerabile, la sua dipendenza dagli idrocarburi russi. E intervenendo al forum della Settimana dell’energia a Mosca, lo zar ha apparentemente teso una mano all’Ue: "Siamo pronti a fornire ulteriori volumi di gas in autunno-inverno, attraverso il Nord Stream 2". Una linea mai attivata in seguito all’invasione dell’Ucraina, ma che secondo Gazprom è in grado di "fornire immediatamente gas", una volta ottenuta l’autorizzazione da parte dell’Ue. Perché l’impianto - ha assicurato la compagnia nazionale - è ancora funzionante nonostante i danni provocati dai recenti sabotaggi, che hanno coinvolto anche il Nord Stream 1 rendendolo al momento inutilizzabile.

Opzione sud

Putin ha evocato anche un’altra opzione, ossia la possibilità di "trasferire il volume di transito perso lungo i gasdotti Nord Stream, sul fondo del Mar Baltico, alla regione del Mar Nero". Vale a dire, transitare attraverso la Turchia, "creando il più grande hub di gas per l’Europa". Una proposta già accettata da Ankara, secondo i media russi. Le soluzioni insomma ci sono, ma adesso "la palla è nel campo dell’Ue", ha sottolineato Putin, chiarendo che il ripristino dei flussi avrebbe un costo: nessuna fornitura sarà accordata "a quegli Stati che impongono un tetto ai prezzi dell’energia russa". Una misura che equivale ad un "gioco truccato" ai danni della Russia, come dimostra il fatto che i "beneficiari della rottura del Nord Stream sono gli Usa e i Paesi con rotte di approvvigionamento alternative". L’Europa, al contrario, non avrebbe alternative al gas russo, anzi secondo Gazprom "non ci sono garanzie che sopravviva a questo inverno con le attuali riserve negli impianti di stoccaggio sotterranei". Tra l’altro, se i 27 procedessero con il price cap, la Russia se la caverebbe comunque benissimo. "Collocheremo le nostre risorse sui mercati globali", ha assicurato Putin, citando gli impianti orientati a est Power of Siberia, TurkStream e Blue Stream. E "presto - ha aggiunto - costruiremo il raddoppio del gasdotto verso la Cina".


Vladimir Putin (Keystone)

Bruxelles lo snobba

Il ricatto energetico di Putin, per il momento, è stato respinto dagli europei. Berlino, che ha liquidato ironicamente la proposta di attivare il Nord Stream 2 come un "bel tentativo", in accordo con il governo olandese ha fatto circolare un documento non ufficiale al consiglio informale dell’energia riunito a Praga con le sue proposte sul dossier. Che prevedono tra le altre cose acquisti comuni per gli stoccaggi e la possibilità di "considerare un tetto al al gas russo via gasdotto". E proprio a Praga, per la prima volta, il termine price cap è apparso in documento firmato da tutti i 27. Le divergenze sui modi e i destinatari della stretta restano, ma si è trattato comunque di un passo avanti significativo, per marcare un’ulteriore distanza da Mosca.

Nel frattempo si è registrato un allarme per una perdita rilevata in Polonia in un tratto dell’oleodotto Druzhba, che porta il greggio russo in Germania. Secondo i primi rilievi di Varsavia si sarebbe trattato di un incidente e non di un sabotaggio. E il flusso non è stato interrotto. Ma le indagini proseguono per capire cosa sia realmente accaduto.

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