Italia

‘Matrimoni di comodo’, 18 arresti in Italia

Blitz dei Carabinieri nelle province di Napoli, Caserta, Bergamo e Milano. Finora accertati 40 casi per un giro d’affari di 200mila euro

L’attività investigativa era stata avviata tre anni fa
(Ti-Press)
12 ottobre 2022
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Nelle province di Napoli, Caserta, Bergamo e Milano, i Carabinieri della Compagnia di Caserta, con il supporto di quelle territorialmente competenti, a conclusione di un’articolata attività di indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli, hanno dato esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare emessa dall’ufficio del Gudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura, nei confronti di 18 persone gravemente indiziate, a vario titolo, per associazione per delinquere finalizzata a favorire l’illecito ingresso e l’indebita permanenza nel territorio italiano di stranieri clandestini e irregolari.

L’attività investigativa, avviata nel luglio 2019, ha consentito di individuare una consolidata organizzazione che aveva come finalità principale il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina sul territorio italiano attraverso lo schema del cosiddetto ‘matrimonio di comodo’ tra cittadini italiani compiacenti, che percepivano in cambio della loro disponibilità un corrispettivo in denaro, e cittadini extracomunitari, ai quali venivano richiesti fra 5’000 e 6’500 euro in contanti, che potevano poi così richiedere il rilascio del permesso di soggiorno.

Il gruppo criminale era ramificato nei comuni di Napoli, Castel Volturno, Mondragone, San Cipriano d’Aversa e Avezzano. Nel corso dell’attività d’indagine, inoltre, sono stati riscontrati più di quaranta matrimoni fittizi ed è stato accertato un volume di affari di quasi duecentomila euro quale provento dell’attività delittuosa.

Cinque perone sono finite in carcere, altre 11 invece ai domiciliari. Per altri due indagati, invece, è stato disposto l’obbligo di dimora. Gli indagati sono 5 stranieri e tredici italiani, tra cui due donne. Per gli investigatori venivano reclutate donne compiacenti o in stato di indigenza che si rendevano disponibili a contrarre matrimonio. Le indagini sono partite dalla provincia di Caserta e successivamente estese in diverse località italiane.

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