austria

Van der Bellen confermato presidente

Rieletto al primo turno con il 56,2% dei voti l’esponente dei Verdi. L’exploit del Partito della Birra, con l’8,4%, terzo partito

Alexander Van der Bellen
(Keystone)
9 ottobre 2022
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Il presidente austriaco Alexander Van der Bellen è stato rieletto al primo turno con il 56,2% dei consensi. Il prof verde 78enne resterà così per altri sei anni alla Hofburg, l’ex residenza degli Asburgo.

Nulla hanno potuto i suoi sei sfidanti: il candidato dell’ultradestra Fpoe Walter Rosenkranz si è fermato al 17,9%, mentre a sorpresa Dominik Wlazny della Bierpartei, il partito della birra, si è piazzato terzo. "Le elezioni sono un giorno di festa per la democrazia", ha commentato un Van der Bellen visibilmente soddisfatto dopo il voto.

Il presidente ha poi confessato di aver temuto che tanti non sarebbero andati al voto, "perché tanto Van der Bellen sarà rieletto. Ma ogni tornata elettorale va presa sul serio, ancora di più questa in un clima di grandi preoccupazioni", ha aggiunto. Sei anni fa Norbert Hofer, il collega di partito di Rosenkranz, era in testa dopo il primo turno con il 35%, ma le presidenziali del 2016 furono molto diverse. I popolari Oevp e i socialdemocratici Spoe presentarono infatti propri candidati, mentre questa volta hanno spianato la strada a Van der Bellen rinunciando a farlo.

Quella appena conclusa è stata per certi versi una ‘non campagna elettorale’. Il presidente in carica ha infatti declinato gli inviti per i duelli televisivi, limitandosi a qualche apparizione elettorale in piazza: gli austriaci – è stato il suo messaggio – hanno avuto sei anni di tempo (segnati dalla pandemia e da una serie di crisi di governo) per farsi un’idea di Van der Bellen.

Il risultato del verde è solido, non ha rischiato neanche lontanamente il ballottaggio, ma ben lontano da quelli dei suoi predecessori che si sono presentati per un secondo turno, come Rudolf Krichschlaeger nel 1980 e Heinz Fischer nel 2010, che toccarono l’80% dei voti. È anche vero che nessun altro presidente uscente ha avuto tanti sfidanti. Le presidenziali erano considerate come una sorta di prova generale per le prossime tornate elettorali in Austria. Cinque dei sei candidati appartengono all’area della destra, come ha fatto presente anche Rosenkranz. "Il mio risultato – ha detto – è rispettabile e oltre ogni previsione dei sondaggisti. Si tratta del secondo risultato nella storia di un candidato Fpoe, nonostante altri candidati abbiano pescato nel nostro bacino elettorale".

Il partito della Birra

La vera sorpresa e soprattutto l’unica nota di colore è quella di Dominik Wlazny della Bierpartei, il partito della birra. Il viennese 35enne, in arte Dr. Marco Pogo, è un noto musicista, cabarettista, medico e consigliere di circoscrizione a Vienna. Con l’8,4% dei consensi è finito sul gradino più basso del podio, nel comune di Vienna Dr. Marco Pogo è addirittura secondo. Nata come una formazione provocatoria, la Bierpartei potrebbe essere destinata a raccogliere l’elettorato di protesta giovane e non di destra. Potrebbe poi avere un futuro politico, anche se non alla Hofburg, Tassilo Wallentin. L’avvocato viennese, candidato indipendente, ha potuto contare sul sostegno del potente tabloid Kronen Zeitung. Con l’8,3% è stato battuto dal comico, ma alle prossime tornate elettorali potrebbe intercettare un elettorato conservatore che per un motivo o l’altro non vuole mettere la crocetta sui popolari dell’Oevp oppure sull’ultradestra Fpoe. Lo stesso vale per il partito no vax Mfg. Anche se il loro candidato Michael Brunner si è fermato al 2,2%, il movimento ormai è una presenza fissa sulle schede elettorali.

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