america latina

Ortega attacca la Chiesa cattolica: ‘È una tirannia’

Il padre padrone del Nicaragua si scaglia anche contro l’Ue. Il vescovo: ‘Solo bugie’

Daniel Ortega sul palco (Keystone)
29 settembre 2022
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La guerra del Nicaragua contro la Chiesa cattolica non conosce limiti. Dopo aver definito "terroristi" e "golpisti" i sacerdoti, il presidente sandinista Daniel Ortega ha attaccato la Chiesa "è una dittatura perfetta". Una dichiarazione durissima, uno schiaffo alla mano tesa di Papa Francesco, che solo due settimane fa aveva assicurato l’avvio di "un dialogo" con Managua, al termine di un anno di crisi sfociata in arresti ed espulsioni di preti e religiosi.

Le violente dichiarazioni del ‘padre padrone’ del Nicaragua, al potere dal 2007, sono un modo per rispedire al mittente gli appelli del mondo cattolico a riportare la democrazia e a porre fine alla repressione del dissenso nel Paese. Appelli che secondo l’esecutivo sandinista sono una morale che il Vaticano non dovrebbe fare. "Chi elegge i sacerdoti? Chi elegge i cardinali? Chi elegge il papa? È una dittatura perfetta, una tirannia perfetta", ha accusato Ortega in un discorso in occasione del 43mo anniversario della fondazione della polizia. "Direi a Sua santità il Papa, con grande rispetto, alle autorità cattoliche - io sono cattolico - come cristiano, non mi sento rappresentato", ha aggiunto, riferendosi alla "storia terribile" della Chiesa, citando l’inquisizione e gli abusi contro i bambini indigeni in Canada.

La risposta della Chiesa

"Li sentiamo parlare di democrazia", ha provocato Ortega, chiedendo che il Papa sia eletto dalla gente, così come accade con un capo di governo. Affondo a cui ha risposto il vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Managua, Silvio Baez: "Quanta ignoranza, quante bugie e quanto cinismo! Un dittatore che impartisce lezioni sulla democrazia", ha scritto in un tweet il prelato, in esilio dal 2019 per motivi di sicurezza. Ma le dure affermazioni di Ortega sono solamente l’ultimo capitolo dei difficili rapporti tra Managua e la Chiesa cattolica, accusata di sostenere l’opposizione, anche in presunti tentativi di golpe.

A marzo scorso, i sandinisti hanno espulso dal Paese il nunzio apostolico Waldemar Stanislaw Sommertag e 18 suore dell’ordine delle Missionarie della Carità fondato da Madre Teresa di Calcutta. Le autorità hanno messo agli arresti otto sacerdoti, tra cui il vescovo Rolando Álvarez, e hanno chiuso media e radio cattolici. Le processioni sono state vietate, e in alcuni casi ci sono state restrizioni per le messe.

Nonostante la repressione, il Papa non vuole chiudere la porta a Managua, non a caso nel viaggio di ritorno dal Kazakistan, a metà settembre, Francesco aveva affermato che "c’è dialogo" con il governo sandinista, "e col dialogo" occorre "risolvere i problemi". Ma Ortega preferisce alimentare le tensioni, isolandosi ancora di più dal resto del mondo, come testimoniato dalle notizie stampa secondo cui l’ambasciatrice dell’Unione europea, Bettina Muscheidt, sarebbe stata dichiarata persona non grata ed espulsa. Una circostanza tuttavia non ancora confermata dalla Commissione europea, ma da leggere come rappresaglia per gli appelli di Bruxelles all’Assemblea dell’Onu affinché si "ponga fine alla repressione degli oppositori politici" in Nicaragua.

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