la guerra in ucraina

Pechino si sfila: ‘Tregua subito, no ai referendum’

Dalla Cina inatteso monito a Putin: ‘Bisogna rispettare la sovranità dei Paesi’

Xi Jinping e Putin (Keystone)
21 settembre 2022
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Il cessate il fuoco immediato e il no ai referendum sull’annessione di quattro regioni dell’Ucraina sono le risposte della Cina alle ultime controverse mosse della Russia, sempre più impelagata nell’incubo dell’invasione dell’Ucraina. Il richiamo alla "stabilità contro il caos" fatto la scorsa settimana dal presidente cinese Xi Jinping è dunque naufragato di fronte agli annunci del suo omologo Vladimir Putin per rianimare la sua disastrosa campagna militare. Il vertice di Samarcanda a margine del vertice Sco, primo incontro in persona tra i due leader dall’invasione dell’Ucraina, era apparso una conferma della mancata volontà di Pechino a farsi coinvolgere nella guerra, a fronte di una vaga promessa di sostegno "agli interessi strategici" bilaterali.

"Chiediamo alle parti interessate di realizzare un cessate il fuoco attraverso il dialogo e la consultazione e di trovare una soluzione che soddisfi le legittime preoccupazioni di sicurezza di tutte le parti il prima possibile", ha chiarito oggi nel briefing quotidiano il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Wang Wenbin. Che, incalzato dal reporter della Tass per un commento sui referendum del 23-27 settembre di adesione alla Federazione russa delle quattro regioni occupate dai militari di Mosca, ha usato toni duri, rispolverando argomenti accantonati da diversi mesi.

Citata anche la carta dell’Onu

"La Cina chiede di rispettare la sovranità di tutti i Paesi e la sua posizione sull’Ucraina è coerente", ha detto Wang, aggiungendo che "la Cina insiste che la sovranità e l’integrità territoriale di tutti i Paesi debbano essere rispettate, così come la Carta e i principi dell’Onu". C’è anche la necessità di tenere conto delle "legittime preoccupazioni in materia di sicurezza di tutti i Paesi" che "dovrebbero essere prese sul serio" e di "tutti gli sforzi volti alla risoluzione pacifica della crisi che dovrebbero essere sostenuti".

Pechino, a tal proposito, "invita le parti a risolvere in modo adeguato le divergenze con il dialogo e le consultazioni ed è disposta a collaborare con la comunità internazionale per continuare a svolgere un ruolo costruttivo nell’attenuazione della situazione". Cina e Russia si sono avvicinate negli ultimi anni in una partnership - non alleanza - "senza limiti" che si è tradotta in un’azione strategica congiunta di contrapposizione al dominio globale Usa e dell’Occidente: le ultime mosse del Cremlino hanno però sollevato forti timori a Pechino che la situazione possa sfuggire di mano e raffreddato inevitabilmente le relazioni.

L’annessione dei territori darebbe, secondo alcuni, il pretesto legale "per minacciare" l’uso di armi nucleari a protezione del territorio russo, ha scritto Hu Xijin, in un lungo editoriale sul Global Times, il tabloid nazionalista del Quotidiano del Popolo. Hu, un falco che sa raccogliere gli umori delle alte sfere del Partito comunista, ha accantonato per una volta le aspre critiche a Usa e Nato sulla responsabilità della crisi, sollecitando "un freno d’emergenza alla situazione in Ucraina in una fase in cui la portata della guerra è ancora gestibile. Occorrono un cessate il fuoco e negoziati piuttosto che una resa dei conti sempre crescente tra Russia e Nato". Perché, ha concluso, tra potenze nucleari non ci potranno essere vincitori e vinti: "Chiunque tenti di sopraffare completamente l’altra parte non può che essere un pazzo".

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