la guerra in ucraina

Nuovi raid a Zaporizhzhia, scambi di accuse Mosca-Kiev

Guterres (Onu): smilitarizzare l’area. In Crimea distrutti 8 jet russi

Soldati russi schierati a protezione della centrale (Keystone)
11 agosto 2022
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Il livello di radiazioni alla centrale di Zaporizhzhia si mantiene sotto controllo, ma il rischio di un incidente che porti ad una catastrofe nucleare è sempre più alto. Dopo un’ennesima giornata in cui sull’impianto atomico più grande d’Europa sono piovute bombe, di cui Mosca e Kiev si sono accusate reciprocamente. La comunità internazionale e l’Onu seguono questa escalation con preoccupazione e il segretario generale Antonio Guterres ha lanciato un appello alle parti in conflitto perché interrompano le attività militari nella zona. Mentre l’emergenza Zaporizhzhia finisce sul tavolo del Consiglio di sicurezza a New York.

Da settimane la centrale nucleare nel sud-est dell’Ucraina, sotto controllo russo da marzo, è diventata uno dei terreni di scontro tra le truppe di invasione e le forze di difesa. E ancora una volta nel corso della giornata sono arrivate notizie di nuovi attacchi. Secondo le autorità filo-Mosca gli ucraini hanno lanciato almeno dieci missili, finiti nell’area dell’ufficio del responsabile della centrale e vicino al caserma dei pompieri. La versione di Kiev concorda sugli obiettivi centrati, ma non sulla responsabilità dei raid, che invece sarebbe del nemico, ha affermato l’ente nazionale per l’energia atomica Energoatom. Aggiungendo che i razzi hanno danneggiato "diversi sensori di rilevamento delle radiazioni". L’unica nota positiva per il momento è che la situazione - secondo entrambe le parti - resta "sotto controllo" con livelli di radioattività "normali", ma non si può assolutamente abbassare la guardia. Dall’Italia, ad esempio, l’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (Isin) ha rilevato che "restano compromessi alcuni elementi importanti che contribuiscono a garantire il richiesto elevato livello di sicurezza".

In cerca di soluzioni

La soluzione per evitare un incidente dalle conseguenze devastanti, per Antonio Guterres, è chiara: è necessario che "le forze russe e ucraine cessino immediatamente tutte le attività militari nelle vicinanze dell’impianto di Zaporizhzhia", e che si crei "un perimetro sicuro", ha sottolineato il segretario generale dell’Onu, e anche gli Stati Uniti premono per questa soluzione. Mentre Mosca, almeno a parole, ha continuato a ribadire la disponibilità ad accogliere gli ispettori dell’Aiea nella centrale, sostenendo che sono gli ucraini a bloccarli: insomma, una pericolosa impasse. Sul fronte del conflitto, dove si registrano altre due vittime civili a Nikopol (proprio sulla sponda opposta del fiume, davanti all’impianto di Zaporizhzhia), continuano a emergere particolari su quanto accaduto martedì alla base aerea russa in Crimea, investita da una raffica di potenti esplosioni.

Immagini satellitari della società americana Planet Labs hanno mostrato uno scenario ben diverso da quello delineato da Mosca, che aveva parlato di danni minimi, frutto di un incidente a un deposito di munizioni. Si vedono vaste aree di terra bruciata, danni alla pista e grandi crateri, insieme ai resti carbonizzati di aerei militari, almeno otto, in quello che ormai si può considerare a tutti gli effetti un attacco ucraino. Ufficialmente Kiev mantiene il silenzio, ma i militari hanno fatto trapelare la rivendicazione. Resta solo da capire se sia trattato un raid da lunga distanza, o di un atto di sabotaggio, magari condotto da forze partigiane che combattono al fianco dell’esercito. Esplosioni sospette si sono verificate anche in una base militare in Bielorussia, a 30 km dal confine con l’Ucraina. Minsk, come ha fatto Mosca in Crimea, ha minimizzato la cosa, parlando di un incidente senza vittime o gravi danni, provocato dallo scoppio del motore di veicolo. Ma secondo Franak Viacorka, consigliere della leader bielorussa dell’opposizione Svetlana Tsikhanoskaya, nella zona sono state avvertite "almeno otto esplosioni". E l’aeroporto della base, tra l’altro, ospita spesso aerei russi.

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