Estero

A processo uno dei quattro ‘Beatles’ dell’Isis

Aine Davis, britannico, è accusato di far parte di un gruppo di rapitori e assassini dello Stato Islamico ribattezzato come il quartetto di Liverpool

(Keystone)
11 agosto 2022
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È l‘unico dei quattro terroristi britannici dell’Isis tristemente noti come ‘Jihadi Beatles’ che dopo essere stato ricercato da molte autorità, comprese quelle italiane, si trova ora ad affrontare la giustizia nel suo Paese. ’Jihadi Paul’, al secolo Aine Leslie Davis, ha un conto in sospeso con la giustizia del Regno Unito, che aveva emesso un mandato di cattura nei suoi confronti nel 2015, e ora è arrivato per lui il momento di pagarlo. Il 38enne originario del quartiere londinese di Hammersmith è stato formalmente accusato di terrorismo dopo l’arresto di ieri sera compiuto dagli agenti di Scotland Yard all’aeroporto di Luton. È tornato nel Regno dopo l’espulsione dalla Turchia, dove era stato arrestato nel 2015, ha scontato sette anni e mezzo di prigione (sempre per terrorismo) per poi esser rilasciato il mese scorso e trasferito in un centro di detenzione per immigrati.

Oggi è comparso davanti alla Westminster Magistrates’ Court di Londra, la stessa che sette anni fa aveva emesso il suo mandato di cattura e si è limitato a dire le sue generalità. È accusato di atti di terrorismo commessi nel 2014, quando insieme agli altri membri del gruppo, Mohammed Emwazi (Jihadi John), El Shafee Elsheikh (Jihadi George) e Alexanda Kotey (Jihadi Ringo), si rese responsabile dell’atroce uccisione di ostaggi occidentali, tra i quali i britannici Alan Henning e David Haines. I componenti della cellula erano stati ribattezzati ‘Jihadi Beatles’ per l’accento ‘british’ delle loro voci in alcuni feroci video dell’Isis di decapitazione di ostaggi. Il loro leader, Mohammed Emwazi, è stato ucciso in Siria in un attacco di droni statunitensi sette anni fa. Mentre gli altri due membri, El Shafee Elsheikh e Alexanda Kotey, dopo essere stati catturati in Siria, si trovano in carcere negli Usa.

Davis, che dopo la conversione all’Islam si è fatto chiamare Hamza, deve rispondere di diversi capi d’imputazione davanti alla giustizia britannica, fra cui possesso di un’arma da fuoco con finalità terroristiche e anche il coinvolgimento nel finanziamento dei jihadisti. Già sua moglie, Amal El-Wahabi, era stata la prima persona nel Regno a venir condannata nel 2014 per il tentativo di far arrivare denaro all’Isis, che era diretto al marito in Siria.

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