Estero

‘La Chiesa neghi l’idea di civiltà superiore alle altre’

Nei Vespri nella cattedrale di Notre-Dame di Québec, papa Francesco risponde alla protesta di alcuni indigeni sulla ‘Dottrina della Scoperta’

Il Santo Padre
(Keystone)

La Chiesa deve liberarsi una volta per tutte dall’idea che esista una cultura "superiore alle altre" e che questo possa legittimare l’uso di "mezzi di coercizione" e di "dominio". È già, ‘in nuce’, una risposta alla protesta inscenata da alcuni indigeni nel santuario nazionale di Sainte-Anne-de-Beaupré, che gli chiedevano con uno striscione di cancellare la cosiddetta "Dottrina della Scoperta", quanto detto da papa Francesco nei Vespri nella cattedrale di Notre-Dame, a Québec, con i vescovi e gli altri rappresentanti del clero canadese.

"Pensando al cammino di guarigione e riconciliazione con i fratelli e le sorelle indigeni, mai più la comunità cristiana si lasci contaminare dall’idea che esista una superiorità di una cultura rispetto ad altre e che sia legittimo usare mezzi di coercizione nei riguardi degli altri", ha detto il Pontefice nell’omelia. "Recuperiamo l’ardore del vostro primo vescovo, Saint François de Laval, che si scagliò contro tutti coloro che degradavano gli indigeni inducendoli a consumare bevande per truffarli. Non permettiamo che alcuna ideologia alieni e confonda gli stili e le forme di vita dei nostri popoli per cercare di piegarli e di dominarli", ha aggiunto.

Durante la celebrazione del mattino nel Santuario nazionale, un gruppo di nativi aveva innalzato davanti all’altare, e poi all’ingresso della basilica, uno striscione con la scritta ‘Rescind the Doctrine’ (Cancella la Dottrina), con riferimento al pronunciamento della Chiesa cattolica vecchio più di 500 anni che diede libero sfogo alle potenze coloniali per invadere qualsiasi terra non ancora ‘scoperta’ dai cristiani e schiavizzarne le popolazione. Una norma, la bolla papale di Niccolò V del 1452, mai abrogata, che secondo i contestatori sarebbe alla base ancora di politiche contro i nativi, come in Canada i piani di assimilazione delle comunità autoctone e lo stesso sistema delle scuole residenziali – e i conseguenti orrori al loro interno – gestito in gran parte proprio dalla Chiesa cattolica.

Per chi protesta, in altre parole, le ‘storiche’ richieste di perdono del Papa di questi giorni non bastano se non viene anche cancellata la ‘Discovery Doctrine’. E questa visione trova ascolto anche ai piani alti della politica canadese, se è vero che lo stesso premier Justin Trudeau, presente anche lui alla protesta nel Santuario, pur riconoscendo l’"impatto enorme" della visita del Papa, ha dichiarato oggi che la Chiesa deve "intraprendere azioni concrete" per "affrontare la Dottrina della Scoperta".

L’effetto positivo della visita papale, intanto, è garantito anche dal fatto che il governo canadese, tramite la ministra degli Esteri Melanie Joly, ha promesso di nominare presto un ambasciatore presso la Santa Sede, dopo tre anni di presenza di un solo incaricato d’affari.

"Ma per sconfiggere questa cultura dell’esclusione occorre che iniziamo noi: i pastori, che non si sentano superiori ai fratelli e alle sorelle del Popolo di Dio; gli operatori pastorali, che non intendano il loro servizio come potere – ha detto ancora Francesco nei Vespri in cCattedrale –. Si inizia da qui". "Voi siete i protagonisti e i costruttori di una Chiesa diversa: umile, mite, misericordiosa, che accompagna i processi, che lavora decisamente e serenamente all’inculturazione, che valorizza ognuno e ogni diversità culturale e religiosa. Offriamo questa testimonianza!", ha esortato.

E un altro forte richiamo del Papa ha riguardato la piaga della pedofilia. "La Chiesa in Canada ha iniziato un percorso nuovo, dopo essere stata ferita e sconvolta dal male perpetrato da alcuni suoi figli – ha affermato –. Penso in particolare agli abusi sessuali commessi contro minori e persone vulnerabili, scandali che richiedono azioni forti e una lotta irreversibile. Io vorrei, insieme a voi, chiedere ancora perdono a tutte le vittime. Il dolore e la vergogna che proviamo devono diventare occasione di conversione: mai più!".

Nell’estremo Nord il capolinea del viaggio del Pontefice

Oggi papa Francesco conclude il suo viaggio apostolico in Canada, iniziato domenica, facendo tappa nell’estremo Nord del Paese, a Iqaluit, capitale del Territorio di Nunavut, a ridosso del Circolo polare artico, prima del rientro a Roma. Il programma della giornata prevede dapprima a Québec, alle 9 locali (le 15 in Svizzera), che il Papa incontri privatamente i membri della Compagnia di Gesù presso l’Arcivescovado, dove alle 10.45 (le 16.45 svizzere) incontrerà anche una delegazione di indigeni presenti nella provincia francofona. Francesco partirà quindi per Iqaluit, dove arriverà alle 15.50 locali (21.50), incontrando nella scuola elementare, in privato, alcuni alunni delle ex scuole residenziali per gli indigeni, e subito dopo i giovani e gli anziani nell’adiacente piazzale.

Dopo la cerimonia di congedo all’aeroporto di Iqaluit, il Pontefice ripartirà quindi per Roma alle 18.45 locali (00.45), con arrivo previsto a Fiumicino alle 7.50 di domani.

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