Lo Stato conservatore al centro della battaglia antiabortista pronto a una legge contro la sodomia
Il Texas, stato conservatore al centro della battaglia anti abortista, è pronto a lanciare una nuova crociata contro la sodomia. La mossa arriva proprio quando Joe Biden incontra virtualmente una decina di governatori democratici per coordinare una risposta dopo la decisione shock della corte suprema di cancellare la storica sentenza ‘Roe v. Wade’ che nel 1973 aveva legalizzato il diritto all’interruzione di gravidanza.
Tra loro, in prima fila, la governatrice dello stato di New York Kathy Hochul e quello della California Gavin Newsom, due leader che si sono fatti avanti per sostenere le donne in arrivo da luoghi in cui l’aborto potrebbe essere presto vietato. Ma la speranza del presidente di andare oltre, abolendo le regole sull’ostruzionismo (filibuster) per approvare una legge federale sull’aborto, come aveva proposto dal palcoscenico del vertice Nato di Madrid, sono state gelate subito da due senatori moderati del suo stesso partito: Joe Manchin e Kyrsten Sinema, hanno riferito i loro portavoce, continuano a essere contrari allo smantellamento del filibustering per abbassare da 60 a 51 i voti necessari per i provvedimenti più importanti. Senza di loro i 50 senatori dem non avrebbero quindi neppure la maggioranza semplice, pur potendo contare sul voto decisivo della vicepresidente Kamala Harris in caso di parità. Per questo Biden ha lanciato un appello al voto agli americani in vista di Midterm, ricordando che "ora sono a rischio anche le nozze gay e i diritti alla contraccezione".
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden (Keystone)
E mentre il presidente sbatte la testa contro la debolezza del suo partito, i repubblicani accelerano la ‘restaurazione’ contro le libertà individuali negli stati da loro controllati. A guidare il fronte è il Texas, che aveva già varato una delle leggi più restrittive sull’aborto ed è in prima linea nelle misure che criminalizzano i genitori alla ricerca di operazioni per il cambio di sesso dei loro figli transgender.
Ma a lanciare l’ultima crociata è stato il controverso attorney general Ken Paxton, che ha appena vinto la nomination repubblicana per un terzo mandato nonostante una condanna a sette anni per truffa azionaria, un’inchiesta pendente dell’Fbi per corruzione e un procedimento in corso per l’espulsione dall’ordine degli avvocati per i suoi tentativi di ribaltare il voto del 2020. Il ‘ministro della giustizia’ texano, alleato di Donald Trump, si è detto pronto a riesumare la legge statale contro la sodomia se la corte suprema - come ha fatto con l’aborto - rivisiterà la decisione con cui la abolì nel 2003 per proteggere la privacy tra partner dello stesso sesso.
La comunità locale Lgbtq+ è in allarme, teme che il Texas possa cancellare tutte le conquiste degli ultimi decenni, rispolverando anche il bando contro le nozze gay del 2005, che fu smantellato nove anni dopo dalla corte suprema. "Non è affare del governo con chi fai sesso. Si sono introdotti nell’ufficio del medico e in classe, ora si vogliono introdurre nella camera da letto, è un abuso del governo", attacca Ricardo Martinez, chief executive di Equality Texas, un gruppo per i diritti Lgbtq+, riferendosi alle ingerenze su aborto e programmi scolastici.
Ma per avere un‘idea di dove sta andando il ’Lone Star State’, roccaforte della lobby delle armi e della lotta all’immigrazione, basta leggere la piattaforma statale approvata recentemente dal Grand Old party, che ha definito Biden un presidente illegittimo e l’omosessualità "una scelta di vita anormale". Del resto il governatore repubblicano Greg Abbott si deve coprire a destra se non vuole essere insidiato internamente o, esternamente, da leader emergenti come il suo collega della Florida Ron DeSantis, con cui si contende l’eredità trumpiana.
Proprio oggi nel Sunshine entra in vigore la legge ‘Don’t say gay’ che vieta alle scuole elementari di tenere lezioni sull’orientamento sessuale e l’identità di genere, mentre il bando all’aborto dopo 15 settimane è stato bloccato da un giudice come incostituzionale ma tutti concordano che si tratta solo di uno stop temporaneo, in atteso dell’appello.