Estero

Alleanze alla prova ballottaggi in Italia, il Pd spera in Verona

Sfide in 65 comuni,13 sono capoluoghi. Duello Letta-Meloni. Alle 19 partecipazione al 29,4%, in calo di nove punti percentuali rispetto al primo turno.

A Verona la sfida più significativa dei ballottaggi
(Keystone)
26 giugno 2022
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Roma – I ballottaggi in 65 comuni, di cui 13 capoluoghi, rappresentano un test molto importante per capire la tenuta delle alleanze in vista delle politiche del prossimo anno, dal campo largo di Enrico Letta e Giuseppe Conte, al centrodestra a traino Fratelli d’Italia (FdI). E infine per valutare il ruolo al centro di Carlo Calenda.

Tra il primo e il secondo turno il Movimento Cinque Stelle ha vissuto giornate difficili, e chissà se la scissione di Luigi Di Maio avrà qualche effetto sul responso delle urne. Da esaminare anche come il calo dell’affluenza condizioni l’esito del voto: alle 19 il dato definitivo della partecipazione al voto in 59 comuni (mancano quelli delle regioni a statuto speciale), è del 29,44%, in calo rispetto al primo turno (38,46%).

A tenere banco, nelle ultime ore, il batti e ribatti tra Enrico Letta e Giorgia Meloni che sembra essere un antipasto del duello che potrebbe essere al centro della prossima campagna elettorale delle politiche. "È evidente - ha ribadito l’ex premier - che non ci confronteremo con la Meloni, sarà un interlocutore nelle aule parlamentari dopo, sperando sia all’opposizione, ma non sarà con lei che discuteremo delle idee per domani". E oggi la risposta piccata della leader FdI: "Enrico rilassati, non c’è questo rischio: per Fratelli d’Italia non è mai esistita l’ipotesi di un governo con voi. Mai con il Pd, mai con la sinistra".

Verona sfida clou

Ad ogni modo oggi si vota per i sindaci. Ovviamente tutte le partite sono importanti, ma è a Verona che si gioca la sfida che potrebbe segnare politicamente l’intera tornata amministrativa. Il Pd spera seriamente di conquistare la città scaligera, forte del risultato di quindici giorni fa di Damiano Tommasi e contando su un centrodestra diviso più che mai. La vittoria dell’ex calciatore della Roma, appoggiato da Pd, Azione, Più Europa, Partito socialista, Europa Verde, e liste civiche ma anche dal M5s sarebbe il miglior viatico a favore della strategia di Enrico Letta, quella di lavorare a un campo largo capace di essere attraente anche per Carlo Calenda: un fronte che punta a essere competitivo sul piano nazionale. Inoltre, l’ipotesi di una sconfitta del sindaco uscente, Federico Sboarina, fortemente voluto da Giorgia Meloni, acuirebbe il malessere già profondo creatosi nel centrodestra dopo il voto per il Quirinale.

A parte Verona, il centrosinistra considera certa la riconferma alla guida di Lucca e Cuneo. Grande ottimismo circa la possibilità di riconquistare Parma dopo 24 anni e si punta anche su Como e Piacenza, anche se quest’ultima appare più in bilico. Ottimismo da parte dei dem anche ad Alessandria, feudo del capogruppo leghista alla Camera, Riccardo Molinari: anche qui, a sostegno del candidato sindaco, il Pd-M5s e Carlo Calenda. A Monza invece sembra che il centrosinistra sia indietro. Stesso discorso a Viterbo, Frosinone, Barletta e Gorizia dove il centrodestra è convinto di vincere. Infine Catanzaro, dove sempre il centrodestra sembra avanti, ma c’è attesa per capire che peso avrà il sostegno a favore del centrosinistra di Carlo Calenda.

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