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Erdogan pronto al blitz in Siria, curdi nel mirino

Ankara: ‘Ripuliremo Manbij e Tal Rifat dai terroristi’. La mossa non piace agli Stati Uniti

Il presidente turco Erdogan (Keystone)
1 giugno 2022
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Colpire i curdi siriani a Manbij e Tal Rifat. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha rivelato i luoghi obiettivo dell’annunciata operazione militare di Ankara nel nord della Siria, ma manca ancora una data. Da quando ha dichiarato che l’azione militare sarebbe iniziata "presto", è già passata più di una settimana. Nel frattempo il ministro della Difesa Hulusi Akar ha fatto sapere che l’esercito è "preparato ad ogni compito" e quotidianamente esponenti del governo evocano la "necessità" dell’azione militare.

La guerra al Pkk

"Ripuliremo Manbij e Tal Rifat dal terrorismo" ha tuonato oggi Erdogan in Parlamento, ribadendo l’obiettivo di creare una fascia di sicurezza profonda 30 km a partire dal confine turco-siriano. Ankara è già presente nella zona per proteggere gli oppositori del presidente siriano Bashar al-Assad, ma vaste aree del territorio sono ancora controllate dalle forze curde, che furono sostenute dagli Usa negli scorsi anni per combattere l’Isis. La Turchia li considera terroristi come il partito curdo armato Pkk, dai primi anni ’80 in guerra con l’esercito di Ankara in un conflitto che si stima abbia ucciso oltre 40mila persone. A partire dal 2016, quando iniziarono le prime operazioni oltre confine, la Turchia è già riuscita a sottrarre ai curdi siriani gran parte della zona che controllavano, come la regione di Afrin.


Proteste dei curdi francesi contro Ankara (Keystone)

L’area di Tal Rifat, menzionata ora da Erdogan, è di dimensioni ridotte e già si trova quasi accerchiata dai territori controllati da Ankara, mentre a sud è chiusa dalle truppe del presidente Assad sostenute da Mosca. Diversa la situazione a Manbij, un’area più vasta e soprattutto contigua ad altri territori su cui i curdi ancora mantengono il controllo, come la zona ad est del fiume Eufrate e la città di Kobane che nel 2015 diventò simbolo delle resistenza contro l’Isis. Intanto, Erdogan ha già detto che dopo Tal Rifat e Manbij l’azione militare procederà anche in altre zone del nord della Siria. Pur non ancora cominciata, l’offensiva annunciata ha già creato malumori a Washington.

Washington contraria

Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha fatto sapere che gli Usa si opporrebbero a un’operazione di questo genere, che andrebbe a minare la stabilità della regione. Il piano turco arriva anche nel bel mezzo delle tensioni tra Ankara e la Nato, dopo l’opposizione di Ankara alla candidatura di Svezia e Finlandia, accusate di sostenere proprio le forze curde a cui Erdogan ha dichiarato guerra. Difficile capire poi quale potrebbe essere la reazione di Vladimir Putin, a cui Erdogan aveva dichiarato le sue intenzioni già nei giorni scorsi. Mosca è presente con le sue truppe in Siria ma a sostegno di Assad, al contrario di Ankara, e i soldati russi non si trovano così distanti dall’area designata per l’offensiva turca.

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